Emiliano Farina
da Roma
Le scelte politiche di Palazzo Chigi viaggiano su un doppio binario. I macchinisti di Romano Prodi tirano silenziosamente ora la leva dello «scorporamento», ora quella dell«accorpamento». In estate sarebbe dovuto essere il turno della telefonia, in autunno dovrebbe arrivare quello dellinformazione.
Dal binario uno era segretamente partito - e pubblicamente deragliato - il «piano Telecom-Rovati». Sul binario due, invece, starebbe per partire il «piano Levi», ossia il progetto di accorpamento di tutte le agenzie di stampa, la fonte principale delle notizie che dominano carta stampata, testate internet, radio e tv. Insomma, il calderone dove viene cucinata linformazione nazionale.
Il «Rovatino» sarebbe stato confezionato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alleditoria, Ricardo Levi (detto Ricky), e dovrebbe celebrare una sorta di matrimonio impossibile unendo lAnsa allApcom o allAgenzia giornalistica Italia (Agi). Ma anche per AdnKronos, Apcom, Radiocor e Il Velino ci sarebbe in programma una fusione. Secondo indiscrezioni, il sottosegretario di Prodi e fondatore dellIndipendente avrebbe comunicato le intenzioni del governo in un recente incontro con gli editori delle agenzie motivando la scelta - secondo il sito internet Dagospia - con «problemi di contributi alleditoria» aggravati dai tagli di 50 milioni di euro lanno previsti dalla Finanziaria per il prossimo biennio. Nella scorsa assemblea dellassociazione nazionale delle cooperative editoriali (Mediacoop), Levi aveva anticipato tra le righe quelle che dovrebbero essere le linee ispiratrici del suo piano di riordino dellinformazione nazionale. «Non saranno decisioni leggere da sopportare - ha detto a proposito dei criteri di accesso ai contributi - ma questa sarà la strada che noi perseguiremo. Gli editori veri - conclude - devono essere assolutamente tranquilli che le provvidenze trovino copertura nelle risorse decise dal Parlamento». Quindi ha annunciato «unoperazione di pulizia e trasparenza». Uno scenario che «consiglierebbe» alle agenzie di stampa di unirsi per non morire. Un «consiglio» rivolto in particolar modo a quelle minori.
Una prima reazione alle indiscrezioni sul «piano Levi» arriva dallAnsa che smentisce «qualsiasi ipotesi sulle voci di avvicendamento al vertice». Si tratta di una risposta indiretta a Dagospia che ha ventilato il golpe del presunto triumvirato Prodi-Levi-Veltroni per scalzare «nel prossimo consiglio del 5 ottobre» lattuale direttore Pierluigi Magnaschi a favore del collega di Repubblica, Luigi Contu. Pippo Marra, editore di AdnKronos, ha detto invece di non «volerne nemmeno sentir parlare».
E mentre ieri pomeriggio in Parlamento il premier Romano Prodi cercava di tirarsi fuori dalla melma dello scorporo di Telecom, Daniela Santanchè ha presentato uninterrogazione urgente sulla presunta proposta di fusione delle agenzie. «Prodi è stato messo al corrente che la presidenza del Consiglio si sta occupando di progetti dirigisti per il riordino delle agenzie di stampa italiane?», chiede lesponente di An.
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