Chi cè dentro il mio armadio? Non è la scena di un film sui tradimenti, ma la domanda chiave da farsi per riorganizzare il guardaroba. Dimenticate il vecchio criterio gonne con gonne, giacche con giacche e via dicendo. Se fosse tanto semplice, non avremmo così spesso quella fastidiosa sensazione di inadeguatezza davanti ai nostri vestiti schierati. E il momento del cambio di stagione non sarebbe un piccolo dramma domestico. «Il modo giusto per riordinare in modo razionale larmadio è capire a quale energia apparteniamo». Lo dice Cinzia Fassetta, esperta di Fashion feng shui e unica allieva italiana di Evana Maggiore, la guru dellimmagine statunitense che ha ideato questa disciplina.
Lintuizione di Evana è semplice ma brillante. Ha associato le basi del feng shui, antica arte cinese che da tempo si applica anche allarredamento, ai principi della consulenza dimmagine. Il risultato sono le regole doro per ricreare armonia nel guardaroba. In circa tre ore e a domicilio (per una tariffa di 275 euro) Cinzia Fassetta offre consulenze individuali a clienti alle prese con vestiti che non mettono da anni e capi che hanno comprato ma non rispecchiano la loro personalità. «Per lo più sono donne tra i 30 e i 40 anni, che desiderano valorizzarsi dopo una gravidanza magari al rientro al lavoro oppure che non hanno molto tempo da dedicare alla propria immagine e mi chiedono una mano», spiega la Fashion feng shui facilitator. Tutto parte dalla convinzione che ognuno di noi è riconducibile a uno dei cinque elementi fondamentali: acqua, terra, fuoco, legno, metallo. Questi elementi ci caratterizzano e corrispondono alle energie personali. Ciò che indossiamo quindi deve essere in linea, oltre che con laspetto fisico, con la nostra essenza. Per colore, tessuto, modello, fantasia.
Per essere sempre «nei nostri panni», è importante capire chi siamo. «Senza pretese di diventare psicologa, chiedo alla mia cliente di dirmi con sincerità che carattere ha, in cosa crede, cosa desidera, cosa vuole ottenere ed esprimere col proprio abbigliamento - continua Cinzia Fassetti -. A quel punto cerco nel suo guardaroba i capi che la rispecchiano e quelli che invece non hanno niente a che fare con lei». I nostri armadi sono infatti pieni di vestiti che non indossiamo. Perché? «Molti faticano a dare via gli abiti, per motivi affettivi o perché sono un regalo - risponde lesperta -. Ma la regola è che se non indosso un capo da uno o due anni, non lo metterò mai più. Bisogna quindi lasciarlo andare senza rimorsi, fare spazio al nuovo. Anche se incarna unemozione è pur sempre unemozione vecchia, che ci preclude la possibilità di viverne di nuove». Per non parlare dellabitudine, tipicamente femminile, di comprare vistiti dimpulso, perché in saldo oppure di moda. Ma che non si abbinano con niente di quello che già abbiamo.
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