«Ora il Lazio merita di cambiare volto»

La misura della soddisfazione di Vincenzo Piso, coordinatore regionale del Pdl, è nelle metafore che utilizza: «Abbiamo vinto un incontro di pugilato con una mano legata». Oppure: «È stato come conquistare la Coppa dei Campioni schierando solo la Primavera».
Insomma, sembra che lei non ci credesse tantissimo.
«Dovrei forse negare che la Bonino partiva con i favori del pronostico? Ci hanno impedito di gareggiare a Roma e in provincia con la nostra lista. Fortuna che in nostro soccorso è venuto un triangolo con tre saldissimi vertici».
Cosa intende?
«Da una parte ha avuto un enorme peso l’operato del premier, che è sceso in campo in prima persona. Da un’altra c’era una candidata apprezzata dalla gente, che sa muovere le corde giuste senza usare il politichese. Da un’altra ancora - e di questo mi permetta di essere orgoglioso - c’era una classe dirigente locale straordinaria, che in due settimane ha portato centinaia di migliaia di persone in piazza e, poi, ha drenato bene i voti da una lista che non esisteva più. Abbiamo creato un partito in una settimana».
Ovviamente si dice che queste grandi manovre fossero evitabili. E qualcuno ha chiesto una ristrutturazione interna o comunque una punizione esemplare per chi ha sbagliato.
«Io vengo dal mondo del rugby e ragiono secondo le logiche di questo sport. Penso che, di fronte a un errore, tutti debbano dare una mano per correggerlo. E cercare a ogni costo un capro espiatorio non risolva nulla».
Dove?
«Bisogna dare al partito una struttura operativa salda, soprattutto risorse. Non basta una semplice rappresentanza per mantenere la leadership. Il problema è anzitutto organizzativo e noi ora abbiamo il tempo per investire in questo senso. Il Pdl nel Lazio non può gravare sulle spalle più o meno larghe di pochi soggetti che si fanno carico di tutto».
Qual è la priorità?
«Io parlerei piuttosto delle opportunità che arrivano dall’elezione di Renata Polverini. Abbiamo l’occasione unica di creare una sinergia forte tra Comune, Regione e Governo. E questo vale pure nel confronto con il Nord Italia: deve passare con chiarezza il messaggio che il Lazio fa parte del core business del Pdl, è un punto di riferimento nazionale e deve essere aiutato nel suo salto di qualità».
È però innegabile che molte figure centrali al momento siano fuori dai giochi, proprio a causa dell’esclusione della lista.
«Sono sicuro che, d’accordo con la Polverini, molti di loro verranno recuperati. Specialmente i più noti, che alle spalle hanno più di una legislatura e hanno maturato parecchie esperienze in settori specifici. Insomma, credo ci siano i margini perché possano ricoprire dei ruoli esecutivi».
Intende come assessori?
«Non solo, li vedo bene al timone di alcune agenzie regionali.

Non dobbiamo dimenticare che in tanti hanno fatto una campagna molto serrata, adottando i candidati della lista del presidente. Il successo è anche merito loro».
E ora?
«Ora questa regione si merita di cambiare volto. Per cinque anni è rimasta immobile per colpa di una maggioranza incapace di affrontare i problemi».

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