Oggi il presidente lombardo Roberto Maroni presenterà la squadra di Arac, l'agenzia anti corruzione voluta dopo l'arresto del leghista Fabio Rizzi e gli scandali di mazzette in sanità. A guidare il team potrebbe essere l'ex ministro e magistrato simbolo di Mani Pulite, Antonio Di Pietro.
A guidare l'Agenzia saranno un presidente e un consiglio di amministrazione composto da quattro membri. In corsa ci sono, in tutto, 80 candidati, che hanno inviato a Palazzo Lombardia il proprio curriculum: oltre a Di Pietro, in pole position ci sono anche Maurizio Grigo, ex gip di Mani Pulite ed procuratore capo a Varese, la città di Maroni. Che da tempo lo apprezza: quando era ministro degli Interni, il governatore lo scelse infatti per far parte del pool che doveva vigilare sugli appalti di Expo. Altra possibile scelta, poi, quella di Adriana Garrammone, fino all'anno scorso presidente del Tribunale di Brescia.
Tra gli 80 spiccano poi i nomi di Francesco Dettori, procuratore capo prima a Busto Arsizio e poi a Bergamo, e di Rosario Minniti, legale di Francesco Pacini Battaglia ai tempi di Tangentopoli, e poi di Mario Cal, il braccio destro (morto suicida) di don Luigi Verzè al San Raffaele. E poi il nome di Giovanna Ceribelli, la revisore dei conti che per prima ha denunciato le presunte irregolarità sugli appalti per i servizi di odontoiatria che hanno portato Rizzi in carcere.
Commentando l'ipotesi Di Pietro, il candidato sindaco di Milano per il
centrodestra Stefano Parisi commenta: «Mi auguro che non siano scelte di immagine ma di sostanza». Ma Maroni non sembra scherzare sull'argomento. Per lui l'arresto di Rizzi, suo braccio destro, è stata una sorpresa inaspettata.
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