
Milano è una città in continua trasformazione, dove la mobilità dovrebbe essere gestita con razionalità e rispetto delle regole. Il settore taxi è un esempio: da un lato, una categoria che garantisce un servizio pubblico essenziale, dall'altro un'amministrazione che chiude un occhio anzi due sull'abusivismo e le distorsioni del mercato. Da anni si parla di «scarsità di taxi», una favoletta utile a giustificare scelte politiche discutibili. Ma se in passato il problema poteva esistere in determinate giornate, oggi la vera emergenza non è il numero di auto bianche, ma una viabilità al collasso, posteggi invasi e l'assenza di controlli. La Polizia locale è stata poco incisiva nel contrastare l'abusivismo. Ma qualcosa è cambiato: il sindaco Beppe Sala ha assunto la gestione di sicurezza e Polizia locale. Una scelta che potrebbe finalmente portare a un cambio di rotta. E il Consiglio di Stato ha ribadito un principio chiaro: il servizio Ncc è soggetto alla territorialità. Un noleggiatore con conducente deve operare nel territorio di rilascio della licenza, non ovunque gli convenga. Il fatto che i giudici abbiano chiarito che questo non viola la libertà Ue chiude (o dovrebbe chiudere) la bocca a molti. Ora che la legge è stata ribadita, il sindaco farà finalmente rispettare le regole? Con la Polizia locale sotto il suo diretto controllo, non ci sono più scuse. Il problema non è l'innovazione, né un mercato regolato e trasparente, ma la giungla di operatori irregolari che prosperano nella totale impunità. Se davvero si vuole migliorare la mobilità, non si può lasciare campo libero a chi specula. Non è questione di nuove licenze o deregolamentazioni: servirebbe solo buon senso. Migliorare la viabilità, potenziare il trasporto pubblico locale e, soprattutto, far rispettare le regole.
Ora, chi deve farlo ha tutta l'autorità per agire: vedremo se ne avrà anche la volontà. Milano non ha bisogno di deregulation mascherate da progresso, ma di legalità e buon senso. Vedremo se, con la delega alla sicurezza, il sindaco dimostrerà che la città non è un far west della mobilità.
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