Addirittura un simpatico vecchietto di 89 anni, con una voce di decenni precedenti. E poi un uomo con la tonaca, un altro con la gonna (che non si sa cosa vuol dire), un ex colonnello dei carabinieri, un'infermiera che ha passato anni a lavorare nei reparti psichiatrici. Insomma, la vita in tv riserva una seconda chance, la possibilità di realizzare quel sogno inseguito magari da ragazzi e che poi non si è potuto realizzare per tanti motivi.
È The Voice senior, che torna da stasera su Raiuno con la conduzione di Antonella Clerici. Uno show riservato ai talenti musicali over 60 che vanno in tv solo per il gusto di esibirsi pochi minuti, per far vedere a figli, mariti, mogli, amici, parenti che se avessero avuto fortuna o determinazione magari sarebbero diventati cantanti affermati come i giudici-coach che li devono scegliere e guidare. E che sono i veterani Loredana Berté, Gigi D'Alessio e Clementino con l'innesto di due angeli: Angela Brambati e Angelo Sotgiu, cioè i Ricchi e poveri, che - in coppia - valgono come un solo giudice.
Che riserva di nuovo questa terza stagione che, comunque, anche se fosse fotocopia delle prime due varrebbe la pena guardare per il prezioso mix di musica e racconto di vita? «Abbiamo dato ancora più spazio alle storie dei nostri concorrenti - racconta Antonella - Durante i casting scegliamo persone con un vissuto particolare bilanciando magari una minore capacità artistica. Poi tanto nelle blind audition (le prime puntate in cui i giudici, girati di spalle, sentono solo le voci senza vedere chi canta) vengono selezionati i migliori. E io spesso mi arrabbio perché, mannaggia, vengono scartati quelli che hanno racconti pazzeschi».
Tempo per la Clerici di esprimersi sulla seconda chance, lei che aveva perso il suo posto su Raiuno quando non le era stata restituita La prova del cuoco dopo la maternità.
Adesso, che ha fatto pace con la Tv di Stato è una donna serena. «Sinceramente mi godo quello che ho - riflette - sono una persona privilegiata cui la vita ha dato tanto, vengo dalla provincia e quello che ho avuto lo devo tutto a me stessa».
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