Perdita di equilibrio negli anziani, le cause e cosa fare

Con l'avanzare dell’età, invecchia fisiologicamente anche il sistema che regola l’equilibrio. A volte invece tale disturbo può dipendere da una causa specifica, per questo occorre parlarne con il medico

Perdita di equilibrio negli anziani, le cause e cosa fare
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La presbiastasia, cioè la perdita di equilibrio nell’over, è una condizione diffusa tra le persone più in là con gli anni. Tale fenomeno rientra tra i fattori che principalmente riducono la qualità di vita nella popolazione anziana ed è una delle cause principali di cadute.

L’invecchiamento porta con sé un indebolimento progressivo delle varie funzioni: la vista e l’udito diminuiscono, i muscoli non sono più tonici come una volta (per questo è importante svolgere regolarmente attività fisica), il coordinamento muscolare si riduce e vi è più difficoltà ad elaborare le informazioni, solo per fare degli esempi. Anche il sistema che regola l’equilibrio invecchia fisiologicamente.

Le cause della perdita dell'equlibrio

Vi possono essere però cause specifiche che possono portare problemi di equilibrio e predispongono a cadute. Tra queste vi sono:

  • patologie del sistema nervoso: ad esempio Parkinson, ictus, sclerosi laterale amiotrofica;
  • patologie gastrointestinali;
  • disordini osteoarticolari;
  • patologie del sistema cardiovascolare, come lo scompenso cardiaco
  • patologie del sistema visivo;
  • malattie psichiatriche;
  • malattie dell’apparato muscolo scheletrico, come artrosi e artrite;
  • patologie dovute a reazioni avverse ai farmaci;
  • patologie infettive;
  • malattie metaboliche ed epatologiche, quali ad esempio l’ipoglicemia;
  • alimentazione carente.

Che cosa fare in caso di perdita dell’equilibrio

Quando ci si accorge di avere problemi di equilibrio occorre rivolgersi al medico o chiamare i soccorsi se necessario. Sarà il sanitario a valutare la situazione. Certamente non bisogna ricorrere né al fai da te né ad autodiagnosi né chiedere pareri a chi non è competente. Il punto di riferimento deve essere il professionista. Quest’ultimo peraltro potrà dare consigli sulle strategie da mettere in atto in via preventiva.

Importante è anche l’aspetto psicologico: chi è caduto spesso si limita nei movimenti o si isola perché ha paura di ricadere, rischiando però così di deprimersi.

Per rialzarsi da una caduta, in genere il modo migliore è mettersi a pancia in giù, carponi avvicinarsi ad un mobile o ad un appiglio sicuro e con quello aiutarsi a tirarsi in piedi. Poi è meglio sedersi per recuperare le forze.

In caso di ossa rotte invece, dopo aver chiamato i soccorsi, è prudente non muoversi.

Quando preoccuparsi

Se sussistono comorbidità e stati di salute particolarmente fragili bisogna fare attenzione.

In ogni caso non bisogna farsi prendere dal panico.

In caso di caduta ad esempio non bisogna sempre e subito pensare al peggio perché magari la perdita dell’equilibrio è da imputarsi ad una condizione ambientale, come un pavimento particolarmente scivoloso dove sarebbe caduto anche un giovane in piena salute.

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