Pace tra i soci. E Unicredit vola

«Siccome conosco gli azionisti e sono persone di buonsenso faranno di tutto per essere uniti» aveva detto solo pochi giorni fa Fabrizio Palenziona, vice presidente di Unicredit come rappresentante della Fondazione Crt. È andata proprio così: ieri la situazione si è ricomposta, dopo quello che era stato definito lo «strappo» della Fondazione Cariverona, primo socio di Unicredit con il 5,66%, che all’ultimo momento aveva ritirato la sua disponibilità a sottoscrivere 440 milioni di «cashes» emessi per il rafforzamento patrimoniale del gruppo guidato da Alessandro Profumo. Ieri, appunto, si è arrivati a quella lista unica per il cda di Unicredit che nelle scorse settimane era stata messa in dubbio. «Nessuna pace, perché non c’è mai stata guerra» sfuma uno dei protagonisti. Ma i rapporti avevano subito un innegabile deterioramento, anche se l’aplomb non era mai mancato. Qualcuno era arrivato a ipotizzare la formulazione, da parte di Fondazione Verona, di una lista di minoranza che mai come oggi appare anacronistica.
Il presidente della fondazione veronese, Paolo Biasi, ha incontrato ieri mattina, in due diverse riunioni, il «gran tessitore» Palenzona, il presidente di Crt, Andrea Comba, il presidente di Carimonte, Vincenzo Calandra Buonaura, e il presidente di Cassamarca, Dino De Poli. Prima in uno studio legale milanese, poi nella sede di piazza Cordusio. Ne sono usciti con l’ok unanime a una lista unitaria per il cda, da presentare all’assemblea che si terrà in terza convocazione il 29 aprile (che oltre alla parte ordinaria ne conterrà una straordinaria per trasformare il dividendo in aumento di capitale). È il primo rinnovo di cda dopo l’acquisizione di Capitalia, ed è anche l’assemblea di esordio dei libici, presenti nel capitale con il 4,6% e che - come si è appreso ieri - avranno un posto in consiglio, nel quale siederà lo stesso governatore della Banca centrale, Farhat Bengdara.
Tra le novità, l’uscita del vicepresidente vicario Gianfranco Gutty, espressione della Fondazione Cariverona, che sarà sostituito da Luigi Castelletti, presidente uscente di Verona Fiere e già presente nel cda di Unicredit corporate banking. Esce anche Franco Bellei, indicato da Carimonte, che sarà sostituito da Giovanni Belluzzi. Esce Berardino Libonati (Fondazione Roma), e il suo posto dovrebbe andare ai libici.
«In questo momento il mercato chiede unità e fiducia al management - ha detto ieri uno dei grandi soci al Giornale -.

L’intesa di ieri era la cosa più logica e più utile a tutti. Nessuno ha fatto un passo indietro: tutti l’hanno fatto avanti, chi più lungo e chi meno». E il mercato ha apprezzato, dando al titolo Unicredit una spinta di oltre il 7%.

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