Il Paese a rischio black out Ma Bersani fa finta di nulla

Quand’ero piccolo mi capitava di giocare coi miei compagnetti al gioco dei pazzi. Ci si sedeva in cerchio, eccetto uno che, seduto al centro, poneva una domanda agli altri. Le risposte erano apparentemente insensate, ma avevano una logica, essendo il sintomo di una pazzia, comune a tutti coloro che partecipavano, e che chi stava al centro doveva indovinare.
Pochi giorni fa, Francesco Nucara, segretario del Partito Repubblicano, pose una interrogazione parlamentare al ministro Bersani: «Il Paese avrà bisogno sempre più di energia. Posta la necessità di ridurre l’uso dei combustibili fossili, la scarsa incidenza delle fonti rinnovabili, e la condizione della fonte nucleare di essere l’unica risposta possibile per affrontare le dette esigenze, chiedo quali iniziative il ministro Bersani abbia preso o intenda prendere per scongiurare il rischio di black-out improvvisi e interrompere la piaga dei black-out programmati e per impostare una ripresa delle iniziative in tema di sviluppo del nucleare».
Ecco cosa ha risposto il ministro: «Abbiamo approvato un disegno di legge sul completamento delle liberalizzazioni del mercato dell’elettricità, sul rilancio delle fonti rinnovabili, sul risparmio energetico e sull’efficienza energetica. Quanto al nucleare, tenuto conto degli elevati costi di investimento, delle difficoltà di localizzazione, dei lunghi tempi di realizzazione, e dell’irrisolto problema delle scorie, in Italia, in questo momento, un piano nucleare non ha fondamenti economici. La prima cosa pratica da fare sarebbe di realizzare un deposito di superficie per le scorie nucleari». Cosa risponde dunque Bersani? Che il governo avrebbe disposto ogni cosa affinché, per legge, si abbia meno bisogno di energia. Come se non bastasse, quella legge aumentererebbe l’efficienza energetica: la cosa è lodevole, peccato che così facendo la domanda d’energia aumenterà vieppiù, come aumenta la domanda di qualunque bene la cui disponibilità è più efficiente.
Nucara ha fatto osservare a Bersani che fotovoltaico (FV) ed eolico non possono che avere scarsa incidenza. Cosa risponde Bersani? Che si sta dando da fare per rilanciare FV ed eolico. Aggiunge Bersani, che stanno completando le liberalizzazioni del mercato elettrico; che è una cosa che non ci azzecca, perché poco importa, ai fini della sicurezza di approvvigionamento energetico, se esso è fornito dal pubblico o dal privato.
Quanto al nucleare, secondo Bersani, esso non si può fare per 4 ragioni. Perché richiederebbe elevati investimenti: però sta installando gli inutili pannelli FV e le orripilanti turbine eoliche, i cui costi di investimento sono doppi (per eolico) e venti volte maggiori (per FV) dei costi d’investimento del nucleare. Poi, perché non sapremmo dove mettere i reattori: ma si potrebbero installare nel sito certificato di Latina 4 GW nucleari e fornire al Paese il 10 per cento dell’energia elettrica necessaria. Quanto alle scorie, ogni impianto, per tutto il tempo della sua vita (50 anni), può ospitare in sicurezza le scorie che produce (la cui destinazione finale è appunto il deposito di superficie, la cui realizzazione non è certo una condizione da assolvere prima dell’avvio di un reattore).


Posto quanto sopra, e presumendo che il ministro Bersani abbia inteso di mettersi a giocare al gioco dei pazzi con l’inconsapevole Nucara, la domanda è: da quale forma di pazzia sarebbe afflitto il ministro? Se non la indovinate, il gioco l’ha vinto lui.

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