Non solo non avrà i soldi che sperava di racimolare, ma rischia di dover pagare, oltre alle spese legali, anche gli eventuali danni causati dalla reiterazione del provvedimento già bocciato.
Sconfitta su tutti i fronti per il Comune di Palermo. Il Tar Sicilia, accogliendo un ricorso presentato da diverse associazioni dei consumatori, ha detto per la seconda volta «no» all'aumento del 75 per cento della Tarsu - la Tassa per i rifiuti urbani - disposto dalla giunta comunale guidata dal sindaco, Diego Cammarata. Non solo. L'amministrazione di Palazzo delle Aquile è stata anche condannata al pagamento delle spese legali - 10mila euro circa - e potrebbe rimetterci ancora di più: il Tar, infatti, ha trasmesso gli atti alla Procura regionale della Corte dei conti, per valutare se la reiterazione della delibera ora annullata abbia prodotto eventuali danni erariali.
Era stato proprio il Tar, nell'ottobre scorso, a bocciare il provvedimento del 2006 del Comune, per una questione di competenza. A deliberare infatti l'aumento del 75 per cento era stata la giunta, non il Consiglio comunale, che anzi aveva bocciato il rincaro. Un mese dopo la bocciatura, però, il Comune aveva riproposto l'atto. E puntuale adesso è arrivata la seconda bocciatura.
Che accadrà? Il Comune può presentare ulteriore ricorso, al Consiglio di giustizia amministrativa, almeno per ottenere la sospensiva e non essere costretto a restituire ai cittadini la tassa, non dovuta, già versata. Come è avvenuto, ad esempio, con le Zone a traffico limitato.
Tra l'altro, quella dei rifiuti in città è una situazione di perenne emergenza. Giusto in questi giorni, ancora una volta, le strade del capoluogo siciliano sono tornate a riempirsi di spazzatura, per una protesta dei lavoratori rientrata solo dopo che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha firmato l'ordinanza di protezione civile che ha garantito gli stipendi di dicembre e le tredicesime. Problema nel problema, la situazione finanziaria dell'Amia, l'azienda che si occupa della raccolta: il buco iniziale, che l'amministrazione comunale sta cercando di ripianare, oscillava tra i 120 e i 130 milioni di euro. La situazione è migliorata, il sindaco Diego Cammarata ha dichiarato qualche giorno fa che «finalmente all'Amia si è voltata pagina: l'azienda - ha assicurato il primo cittadino- ha raggiunto l'equilibrio del conto economico e non produce più perdite». L'amministrazione comunale ha anche predisposto un piano di ricapitalizzazione dell'azienda. Ma la protesta in città continua.
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