Botte e minacce alle compagne, in due finiscono in carcere

Due casi di violenza nei confronti di donne in Sicilia, a Trapani e a Messina. Due uomini sono stati arrestati dai carabinieri per violenze e minacce

Botte e minacce alle compagne, in due finiscono in carcere

Violenze fisiche e minacce psicologiche. E non solo alla compagna che conviveva con lui, ma anche nei confronti sei parenti della ragazza. Un altro caso di violenza domestica è stato scoperto dai carabinieri di Trapani. I militari, dopo mesi di indagine, hanno raccolto numerosi indizi nei confronti di un uomo trapanese, classe '86, volto noto alle forze dell'ordine e, in questo momento, già sottoposto alla misura alternativa alla detenzione dell’affidamento in prova ai servizi sociali, per fatti attinenti a svariati reati, tra cui minacce, violenza privata e lesioni personali.

I carabinieri, così, nei giorni scorsi, hanno eseguito l’ordinanza di aggravamento emessa dall’ufficio di sorveglianza di Trapani, per l’ipotesi di reato di maltrattamenti in famiglia. I mesi di indagini hanno permesso di dimostrare che l’uomo era solito vessare con violenze fisiche e psicologiche la compagna convivente e minacciare, nel contempo, i parenti più prossimi della vittima, ingenerando nella donna uno stato di soggezione e paura per la propria incolumità. Visti i gravi fatti e il pericolo concreto che i reati commessi dall’uomo potessero portare a ulteriori più gravi conseguenze e i precedenti di polizia di cui lo stesso risulta gravato, l’autorità giudiziaria competente, condividendo pienamente le risultanze investigative dei carabinieri di Trapani, ha sospeso la misura dell’affidamento in prova, sostituendola con la custodia in carcere. Per tali motivi l’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato trasferito nel carcere Pietro Cerulli di Trapani.

Episodio molto simile a Caronia, in provincia di Messina. Qui i carabinieri hanno arrestato un uomo di 53 anni, volto già noto alle forze dell’ordine, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravati nei confronti della moglie. Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore Giorgia Orlando della procura della Repubblica di Patti in provincia di Messina.

Qualche settimana prima, i carabinieri di Caronia, su segnalazione della centrale operativa del comando compagnia di Santo Stefano in provincia di Messina, erano intervenuti per un malore di una donna. I militari, così, hanno ricostruito un episodio di violenza avvenuto il giorno prima. L'uomo, infatto, aveva aggredito la coniuge per futili motivi, colpendola con calci e pugni. La segnalazione consentiva il ricovero della donna in ospedale e l’intervento di una pattuglia dell’Arma che avviava subito le indagini del caso.

I militari, con la collaborazione della task force specializzata costituita dal Comando Provinciale Carabinieri di Messina per il contrasto alle violenze di genere, sotto la guida della procura della Repubblica diretta da Angelo Cavallo, hanno raccolto gravi e concreti elementi sui comportamenti dell’uomo, accertando la sussistenza di reiterate condotte vessatorie, violenze e minacce nei confronti della moglie. Le violenze fisiche e morali, da parte dell’uomo duravano da diversi anni e avevano coinvolto anche i figli della coppia che, sin da giovanissimi, erano stati costretti a trasferirsi altrove.

La procura della Repubblica di Patti quindi, visti gli indizi chiari, richiedeva al Tribunale l’applicazione del provvedimento cautelare, emesso dal Gip Eugenio Aliquò. Dopo le formalità di rito, l’uomo è stato condannato ai domiciliari, ma in un altro comune lontano dalla moglie.

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