A Bruxelles si discute della formazione professionale siciliana, dopo la petizione, firmata da 1385 ex dipendenti, che attendono chiarimenti sul proprio futuro. E mentre a Bruxelles si discute, in Sicilia almeno seimila lavoratori da anni attendono i loro emolumenti. Sono i lavoratori del settore della formazione professionale che in Sicilia per anni ha dato lavoro a migliaia di persone, avendo anche come effetto un mostro da gestire. Migliaia di lavoratori che hanno operato - e operano - portando a conclusione le attività affidate dalla Regione, che di contro ad oggi ha pagato solo il 50 per cento di quanto pattuito e, in alcuni casi, nemmeno quello. "Seimila lavoratori del settore della formazione professionale sono da anni senza stipendio ed è tutta colpa della Regione che non ha rispettato il programma di formazione professionale cofinanziato dal Fondo Sociale europeo - spiega l'eurodeputato Ignazio Corrao -. Il Movimento 5 Stelle sostiene la petizione discussa al Parlamento europeo e presentata da ben 1385 cittadini e per questo ringraziamo per l’impegno l’europarlamentare Eleonora Evi. Siamo riusciti a non fare archiviare la petizione dalle autorità europee. È evidente la violazione dei loro diritti, i licenziamenti collettivi sono stati operati senza rispettare le garanzie occupazionali che prevedevano l’attivazione della mobilità. La conseguenza è che ci sono oggi migliaia di famiglie vittime di un sistema malato e abbandonate al loro destino. Tutti si comportano come Ponzio Pilato e fanno lo scaricabarile, la verità è che nessuno paga sulla malagestione delle risorse pubbliche. Servono risposte chiare ai cittadini che sono vittima di un cattivo uso di denari pubblici. I fondi europei sono nati per promuovere l’occupazione, l’inclusione sociale, la lotta alla povertà e ridurre le disparità economiche, sociali e territoriali tra le regioni europee. E invece per troppi cittadini si sono trasformati in una vera e propria beffa”.
Mentre si attende che la situazione venga finalmente chiarita con il pagamento degli stipendi, l’Ars ha approvato la legge che riscrive il sistema formativo in Sicilia. La nuova riforma modifica anche l’assetto organizzativo dell’Assessorato all’istruzione e alla formazione professionale attraverso la scissione in due dipartimenti: Istruzione, Università, Ricerca e Formazione professionale. Secondo la regione il nuovo sistema consentirà una maggiore vigilanza da parte dell’amministrazione e lo snellimento delle procedure necessarie all’espletamento delle attività. "Possiamo considerarlo un altro importante traguardo raggiunto dopo l’approvazione della legge sul diritto allo studio, frutto di un lavoro congiunto con tutti i membri della V Commissione, da cui è scaturito un importante dialogo tra governo e forze parlamentari, che ha consentito un’agevole approvazione della riforma in Aula - spiega l'assessore regionale alla Formazione Roberto Lagalla -. Dopo un ventennio di vani tentativi di riformare il sistema, quella approvata è una legge per molti aspetti innovativa che, nel tempo, consentirà di modificare profondamente il comparto della formazione professionale in Sicilia.
Agli attuali iscritti all’Albo della formazione professionale, sebbene questo sia da considerasi ad esaurimento, per altri cinque anni si applicheranno le tutele già in vigore, mantenendo quindi la priorità in fase di assunzione. Gli operatori dovranno però confermare la loro iscrizione all’Albo.
Altra novità rivoluzionaria per il comparto, riguarda la creazione a fini ricognitivi di un “registro dei formatori e del personale della formazione professionale” che consentirà di mappare e monitorare agevolmente il sistema degli operatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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