Lavorava senza alcuna autorizzazione nel suo magazzino, guai per un parrucchiere

L'uomo è stato scoperto dalle Fiamme Gialle durante un controllo per contrastare il fenomeno delle attività imprenditoriali abusive, adesso il parrucchiere pagherà una sanzione che potrebbe arrivare anche a più di 16mila euro

Lavorava senza alcuna autorizzazione nel suo magazzino, guai per un parrucchiere

Aveva messo in funzione un salone per capelli dedicato a soli uomini ma non aveva alcuna autorizzazione legale che gli consentisse di svolgere quel lavoro. È stato così denunciato un parrucchiere di Partinico, a Palermo, scoperto dai militari della Guardia di Finanza impegnati in un servizio di controllo per contrastare il fenomeno dell’abusivismo imprenditoriale disposto dal Comando provinciale di Palermo.

Crescono a dismisura nel territorio palermitano le attività imprenditoriali che operano senza alcuna autorizzazione legale e proprio per questo motivo sono aumentati i servizi di controllo diretti a frenarne l’espansione. In uno di questi controlli i militari hanno notato nel quartiere Casa Santa un garage privato nel quale si intravedevano le attrezzature di un salone da barba e capelli. Dunque ne è seguita una perquisizione e, una volta dentro il magazzino, le Fiamme Gialle si sono ritrovate davanti ad un esercizio commerciale organizzato con tutto l’occorrente e i comfort. L’unica cosa che mancava era l’autorizzazione legale.

Vi erano due sedie da salone, una postazione per lavare i capelli, un lavabo, sedie per i clienti, decine di rasoi, anche elettrici, tagliacapelli, forbici, pettini, piastre, prodotti per il trattamento e la cura della barba e dei capelli. Tutto era utilizzato per l’esercizio dell’attività professionale. Il responsabile ha confessato di vendere anche alcuni dei prodotti in esposizione e di aver iniziato la sua attività da circa un anno senza richiedere alcuna autorizzazione igienico-sanitaria e amministrativa prevista. Ovviamente l’uomo lavorava in nero non essendo in possesso della Partita Iva che permettesse di ricostruire il reale volume d’affari realizzato dall’esercizio commerciale.

Il responsabile del salone dovrà adesso rispondere per le violazioni della normativa sia amministrativa che igienico sanitaria. Nei suoi confronti verranno applicate le sanzioni pecuniarie che partono da un minimo di 1.750 euro per arrivare ad un massimo di 16.500 euro. Inoltre, dal momento che non era stato attivato il misuratore fiscale è stata avviata d’ufficio la procedura per l’attribuzione della Partita Iva in modo da poter ricostruire il volume d’affari realizzato in quest’ultimo anno dall’impresa e recuperare tramite la tassazione le imposte dovute.

Dopo questo episodio non sono da escludere nel breve periodo altre denunce a carico di imprenditori abusivi nel territorio palermitano. Continuano le attività delle Fiamme Gialle dirette a verificare la presenza di attività operanti senza le autorizzazioni legali che costituiscono una grave minaccia per il fisco e che danneggiano il mercato e la libera concorrenza sottraendo così lavoro alle imprese che rispettano la legge.

Ma non solo, quando a mancare è il rispetto delle regole sanitarie si corre il rischio di mettere in pericolo la salute e la sicurezza dei cittadini perché non vi è alcuna garanzia in merito alla provenienza, alla conservazione e alla sterilizzazione dei materiali utilizzati.

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