Beni per 17 milioni di euro sono stati confiscati dalla guardia di finanza tra Palermo e Milano. Nel mirino degli investigatori Francesco Abbate, pluripregiudicato palermitano di 66 anni detto "il monaco", accusato di usura. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo sulla base degli accertamenti patrimoniali disposti dalla procura della Repubblica.
Francesco Abbate secondo gli inquirenti è un usuraio pluripregiudicato. L'uomo è stato condannato una prima volta nel 1997 per due ipotesi di usura a Palermo nel 1991 e nel 1992, e una seconda volta nel 2018, dopo il pronunciamento della Corte di Appello (sentenza resa irrevocabile nell’ottobre 2019), alla pena di 7 anni di reclusione, per i reati di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, oltre che trasferimento fraudolento di valori. Quest'ultima condanna di Abbate, deriva dalle indagini, coordinate dalla procura di Palermo, che portarono all'arresto di Abbate nel marzo del 2013 con il conseguente sequestro di beni e disponibilità finanziarie.
Nel corso delle indagini era stato ricostruito dai militari il giro d’affari del pregiudicato, che aveva erogato prestiti ad almeno 30 vittime. Proprio le vittime hanno poi riferito agli investigatori che la consegna del denaro avveniva parte in contanti e parte in assegni, con scadenze prefissate e tassi di interesse imposti che variavano dal 25 per cento ad oltre il 250 per cento annuo. Successivamente alle indagini penali, il gruppo investigazione criminalità organizzata delle fiamme gialle venne delegato dall’Autorità giudiziaria palermitana all’esecuzione delle indagini economico-patrimoniali nei confronti di Abbate, all’esito delle quali, in accoglimento della proposta avanzata dalla locale procura della Repubblica, il tribunale di Palermo, ha disposto nel giugno 2013 il sequestro di beni mobili, immobili, gioielli e disponibilità finanziarie riconducibili direttamente o indirettamente all'uomo.
I militari hanno sottoposto a confisca 42 immobili tra Balestrate, piccolo comune nel Palermitano, Palermo e Milano; 10 diritti di usufrutto o nuda proprietà di immobili; un'autovettura; 15 tra conti correnti, carte di credito e polizze vita; oggetti preziosi, monili (quali bracciali, collane, orecchini, anelli e pietre preziose) e orologi di pregio, il tutto per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro.
"Continua l’azione che la guardia di finanza palermitana - spiegano gli investigatori - svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla procura della Repubblica, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante
l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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