La Sicilia dei "non depuratori": l'Ue invia la quinta maxi-multa

Circa tre quarti dei Comuni della Sicilia non hanno reti fognarie a norma. L'Unione Europea bloccherà i finanziamenti alla Regione se non si risolveranno velocemente alcune irregolarità

La Sicilia dei "non depuratori": l'Ue invia la quinta maxi-multa

La Sicilia è nell'occhio del ciclone dell'Unione Europea che ha inviato alla Regione la quinta procedura di infrazione per la mancanza di depuratori e reti fogniarie in 50 Comuni che non rispettano le norme in materia di depurazione delle acque.

Come riportato dal Giornale di Sicilia, il rischio adesso è che Bruxelles si riprenda in dietro i soldi, e non sono bruscolini: l'intera spesa destinata quest'anno alla Sicilia, circa 400 milioni di euro, è stata congelata in attesa che vengano superate alcune irregolarità nelle procedure seguite.

I numeri che sviscera il Commissario Straordinario Enrico Rolle sono impietosi: la prima procedura di infrazione riguardava 51 agglomerati urbani, la seconda 5, la terza 154 e la quarta 33. Il totale fa 243 paesi o città sotto indagine per inquinamento dell’acqua. La procedura di infrazione che sta per arrivare riguarderà altri 50 Comuni portando a poco meno di 300 quelli dove fogne e depuratori non funzionano. "Se si pensa che in Sicilia ci sono 390 Comuni, ciò significa che tre quarti del totale hanno problemi di inquinamento" è la sintesi di Rolle.

"A Castellammare, Cinisi, Terrasini, Castelvetrano così come a Catania, Misterbianco e Aci Castello ci sono appalti che hanno subìto intoppi - continua Rolle - Il problema è che il ruolo del Commissario non prevede il potere di ordinanza che permetterebbe di imporre tempi certi alle amministrazioni che devono collaborare con noi. Spesso per una valutazione di impatto ambientale passa un tempo enorme. Inoltre si verificano problemi con le imprese che hanno vinto gli appalti e in qualche caso ciò porta alla rescissione dei contratti". E così che appalti che dovevano essere già completati lo saranno invece - secondo le stime del Commissario - solo nel 2024. È quella la data in cui la Sicilia dovrebbe superare l’emergenza dell'inquinamento fognario. Fra 6 anni.

Fra le opere principali da portare a termine c’è il risanamento di Palermo che prevede tra l’altro il depuratore di Acqua dei Corsari, opera da oltre 26 milioni. Altri cantieri sono stati avviati in vari altri quartieri del capoluogo regionale per realizzare nuove fognature così come anche a Carini, Misilmeri, Cefalù, Trabia per citarne alcune. L’intervento che costerà di più è previsto invece a Misterbianco, in provincia di Catania, dove per 290 milioni verrà potenziato il depuratore e messa a punto la rete fognaria. A Catania stanno per essere banditi sette appalti per la fognatura in altrettanti quartieri della città.

A causa di reti fognarie inesistenti o depuratori non funzionanti le prime due procedure di infrazione si sono già concluse con una maxi multa di 15 milioni di euro e la terza sta per procurare un’altra sanzione milionaria. Sulla quarta, la Regione ed il Commissario per la depurazione nominato dal governo nazionale sono al lavoro per evitare l’ennesima batosta. "La Sicilia - spiega Rolle - aveva a disposizione un miliardo per realizzare reti fognarie e depuratori ma in passato gli appalti hanno viaggiato molto a rilento. Oggi il budget è cresciuto di altri 400 milioni proprio per far fronte alle nuove emergenze".

Si tratta di appalti che in molti casi avrebbero dovuto già aver tagliato il traguardo e invece devono ancora partire. E ciò aggrava i rischi visto che una delle due condanne già subìte prevede che per ogni semestre di ritardo nel risolvere il problema la sanzione aumenti di 30 milioni.

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