Tra Palin e Biden il duello delle gaffe

Tra Palin e Biden  il duello delle gaffe

Una certezza: dopo gli sbadigli del primo dibattito tra Obama e McCain questa sera gli americani si divertiranno. Saranno in tanti ad accendere il televisore alle nove di New York e già si annuncia un'audience inusuale per un confronto tra due candidati vicepresidenti.

Ma Sarah Palin continua a polarizzare l'attenzione degli Stati Uniti. Mentre qualche giorno fa il Congresso contestava il pacchetto da 700 miliardi di dollari e Wall Street oscillava paurosamente, sul sito del New York Times l'articolo più letto era quello sulla governatrice dell'Alaska. Sarah la magnifica, secondo alcuni; sempre meno, a dir la verità. Sarah l'improvvida per altri; Sarah la misteriosa per la maggior parte degli indipendenti. Fino a quando ha potuto parlare senza contraddittorio, ovvero durante i comizi, la sua popolarità è rimasta altissima, ma da quando ha accettato di farsi intervistare le sue quotazioni sono scese rapidamente.

È emerso l'altro volto della Palin, quella di una politica vistosamente impreparata su molti argomenti: non ha saputo citare le misure finanziarie proposte da McCain, né sentenze importanti della Corte Suprema a parte una sull'aborto ed è scivolata in politica estera: la sua frase «Conosco bene la Russia perché confina con l'Alaska» è leggendaria. È impulsiva e pertanto portata alle gaffe. In un comizio ha preso in giro Biden per la sua età, ma un giornalista le ha fatto notare che McCain ha 72 anni... e lei ha vacillato vistosamente. Poi non ha saputo indicare il nome del giornale che legge per tenersi informata sulle vicende del mondo e visto che la cronista insisteva se n'è uscita con questa frase: «Li leggo tutti e nessuno. Anche in Alaska siamo aggiornati». Catastrofica. Per questo i consiglieri di McCain l'hanno chiusa due giorni nel ranch di John sottoponendola a un corso intensivo.

Il dibattito verrà moderato da una giornalista di colore Gwen Ifill, che, lo si è saputo ieri, si appresta a pubblicare un libro su Obama; un dettaglio che ha reso ancor più frizzante la vigilia. In teoria un politico navigato come Biden dovrebbe vincere facilmente, ma i democratici non sono tranquilli, perché anche Joe ha una certa propensione per le topiche. È l'uomo che confonde le brigate con i battaglioni, che un paio di volte ha dichiarato di correre per la presidenza e che storpia i nomi. Il ruolo non gli è congeniale e, in un impeto di sincerità, qualche giorno fa ha ammesso che Hillary sarebbe stata «meglio di lui» come vice.

Una settimana fa ha fatto ridere il Paese dichiarando che il Paese dovrebbe ispirarsi a Franklin Delano Roosevelt, il quale

«nel '29 andò in televisione e disse agli americani cosa stava accadendo». Peccato che nel '29 il presidente fosse Herbert Hoover e che la tv non esistesse. Sì, ci sono tutte le premesse per una serata davvero memorabile.

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