Papà detective ritrova la figlia scomparsa

Silvia Villani

La tavola era già stata apparecchiata, le pietanze sul fuoco erano quasi pronte. Mancava solo lei, Anastasia G., detta Nasty dagli amici. La mamma credeva si fosse attardata a parlare con qualche conoscente nel cortile di casa ma, dopo averla chiamata inutilmente per dirle che la cena era pronta, si è resa conto della terribile verità. Anastasia, giovane sestese di soli 15 anni, era scomparsa. Di lei, da lunedì sera, nell’ex Stalingrado d'Italia, nessuno sapeva nulla. Cinque giorni senza contatti con l’angoscia crescente dei genitori che l’aspettavano «a braccia aperte».
Ma ieri la svolta: Anastasia è stata ritrovata dal padre, durante l’ennesimo estenuante giro di controllo nei luoghi frequentati dalla giovane e dai ragazzi sestesi. Anastasia si trovava nella piscina scoperta di via Bixio, dove alcuni suoi amici stavano trascorrendo la giornata. Alla vista del padre, la 15enne gli è corsa incontro per abbracciarlo. Finale atteso dai familiari che hanno trascorso giorni e notti accanto al telefono, in attesa di sapere dov’era finita l'adolescente alta un metro e sessanta con i capelli scuri lisci tagliati corti, i grandi occhi castani, il sorriso contagioso. Angoscia condivisa anche con tutti i vicini di casa che Anastasia l’hanno vista crescere.
All'ingresso di casa, che si trova a pochi passi da viale Italia sulla strada che porta a Cologno Monzese, è, infatti, ancora affisso un cartello, scritto probabilmente da qualche coetanea con un evidenziatore rosa: «Anastasia torna da noi». Ai militari della compagnia dell'ex Stalingrado d'Italia che indagavano sulla sua fuga - attivando anche le ricerche internazionali e non escludendo nessuna ipotesi -, Anastasia ha raccontato di aver trascorso questi cinque giorni a Sesto con i suoi amici e che la scelta di scappare di casa l’avrebbe presa dopo una discussione avvenuta con la mamma lunedì pomeriggio, mentre facevano insieme delle compere. Decisione impulsiva dunque il battibecco svoltosi per futili motivi. Mentre la mamma di ritorno dal negozio dove avevano fatto un po’ di spesa era salita in casa, Anastasia era invece rimasta nel cortile della sua abitazione in zona corso Italia a parlare con gli amici. Poi, con indosso solo un paio di jeans, le scarpe da tennis e una t-shirt grigia, la sparizione senza nemmeno portare con sè il cellulare.
Amici, familiari, compagni - frequenta il primo anno del liceo artistico a Monza - erano stati subito contattati sia dalla famiglia che dai carabinieri per capire se qualcuno avesse raccolto le confidenze della giovane, se c'era qualcuno che le dava fastidio oppure se Anastasia non si trovasse bene a casa.

Il quartiere, i parchi e i centri commerciali sono stati setacciati più volte. Quattro giorni di ricerche senza esito, con la svolta di ieri: ritrovata dal papà detective che rifrequenta per l’ennesima volta i luoghi sestesi preferiti dalla figlia.

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