Papa, per il clima rischi agghiaccianti

Mentre la Conferenza Onu sul clima di Copenaghen rischia di arenarsi tra polemiche e incertezze, il Papa lancia un appello per l'ambiente

Papa, per il clima rischi agghiaccianti

L'appello del Papa "La questione ecologica non va affrontata solo per le agghiaccianti prospettive che il degrado ambientale profila all'orizzonte", ha avvertito Benedetto XVI, "a motivarla deve essere soprattutto la ricerca di un'autentica solidarietà a dimensione mondiale, ispirata dai valori della carità, della giustizia e del bene comune". Nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace, il Pontefice ha rilevato che "appare sempre più chiaramente che il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi, gli stili di vita e i modelli di consumo e di produzione attualmente dominanti, spesso insostenibili dal punto di vista sociale, ambientale e finanche economico".

Vaghezza e polemiche Intanto a Copenaghen è stata fatta circolare una seconda bozza di conclusioni che però non indica numeri sulle questioni-chiave come gli obiettivi per la riduzione del riscaldamento e il taglio delle emissioni di C02 o gli stanziamenti per aiutare i Paesi in via di sviluppo. Queste questioni vengono affrontate dai ministri dell'Ambiente nei gruppi di lavoro, con la speranza di arrivare a un'intesa entro venerdì, quando nella capitale danese arriveranno i leader i più di 100 Paesi. Tra i primi attesi alla Conferenza ci sono il premier britannico, Gordon Brown, quello australiano, Kevin Rudd, e il presidente brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva. La vaghezza della nuova bozza è la fotografia dell'incertezza del negoziato a porte chiuse in corso nel Bella Center, tra polemiche e scambi di accuse. A scontrarsi sono due visioni: da una parte chi vorrebbe un trattato unico e complessivo che, alla scadenza del Protocollo di Kyoto nel 2012, vincoli tutti i Paesi con impegni; dall'altro c'è chi lavora per un aggiornamento limitato di Kyoto, il quale prevede impegni per i soli Paesi industrializzati che lo hanno sottoscritto. A frenare su nuovi impegni vincolanti ci sono anzitutto i due grandi inquinatori, Cina e Stati Uniti, divisi però sulle verifiche internazionali sul livello delle emissioni che Pechino respinge. Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, da poco giunto nella capitale danese, ha avvertito che il tempo per trovare un accordo "sta per scadere"e un eventuale fallimento avrebbe "conseguenze potenzialmente catastrofiche".

Gli scontri In queste ore la capitale danese è anche teatro degli scontri scoppiati ier notte nel quartiere hippy, la «città libera» di Christiania.

Poco prima di mezzanotte la polizia ha rimosso le barricate erette dai manifestanti e ha fermato 210 giovani che avevano lanciato moltov e pietre contro gli agenti. Nell'azione, condotta con l'ausilio di unità cinofile, la polizia ha usato anche i gas lacrimogeni.

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