Sicuramente è una mia debolezza, quando la bella Maria Sharapova scende in campo io tifo per lei! Ieri a Parigi sul centrale, intitolato alla grande diva del tennis Suzanne Lenglen, il pubblico stranamente era tutto contro Maria. Si disputavano gli ottavi di finale del singolare femminile e il caso ha voluto mettere in campo una sfida alla quale la Francia aveva già assistito due anni fa. Un duello che opponeva la bella e sprezzante Maria, testa di serie numero 1 a Dinara Safina, la sorellina (si fa per dire perché è alta 1 metro e 82) di quel campione che risponde al nome di Marat Safin.
Io ho conosciuto la mamma di questi due straordinari tennisti: una donna alta, bionda, con la passione per lo sport. Da ragazza si chiamava Raouza Islanova e sposò Michail Safin direttore di un circolo di tennis a Mosca. È stata lei la prima a mettere una racchetta in mano ai figli quando erano ancora molto piccoli. Mentre Marat è un giocatore di grande talento con un carattere incontrollabile, Dinara è sempre stata una ragazza diligente e quieta che per molto tempo ha girato il mondo accompagnata da mamma. Tuttavia, pur avendo guadagnato moltissimo denaro tutti e due, nelle rispettive carriere hanno gettato più di un’occasione alle ortiche. Ieri, nonostante ci fosse un precedente significativo perché proprio a Roland Garros Dinara, contro la Sharapova, era riuscita a rimontare uno svantaggio di 1-5 nel terzo set per uscire dal confronto vincitrice, sulle sue chance non avrei scommesso una lira! Da una parte vedevo Maria: forte, bionda, abbronzata, elegantissima, con tutti i suoi vezzi, dall’altra Dinara con l’aria della brava ragazza di campagna, addirittura un po’ goffa.
Le due russe hanno giocato una partita in cui la palla ha viaggiato a velocità proibitive. I colpi della Sharapova sottolineati da ruggiti facevano paura rispetto a quelli molto più timidi della sua avversaria. Il match è stato interrotto per pioggia dopo che la Sharapova aveva vinto il primo al tie break. Quando la partita è ripresa sembrava chiaro che tutto dovesse continuare come era iniziato. Maria è scappata a condurre 5-2 ed ha avuto persino un match point. Ma in quel momento la partita è cambiata. La bella Maria ha ostentato la calma di sempre. Ha mantenuto la freddezza nell’esibire i suoi rituali: il doppio saltello prima del servizio, la gestualità della mano che sfiora l’orecchino dorato per rimettere a posto la ciocca bionda. Esercizi che Djiokovic sa imitare alla perfezione ma che ormai si limita a rifare soltanto in privato, perché lei se n’è lamentata... Maria ha continuato a picchiare sempre più testarda ma dall’altra parte della rete Dinara ha trovato il modo di completare un’impresa che i parigini hanno salutato con la ola! È stata una dura lezione per la bella campionessa che - ricordate - si era ritirata da Roma dicendo «Forse in un Grande Slam avrei giocato!».
Risultati. Ottavi m.: Gonzalez (Cil) b.
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