"No al campo largo". Luigi Marattin lascia Italia Viva e fonda Orizzonti Liberali

L'ex fedelissimo di Matteo Renzi respinge l'idea di entrare nel campo largo e aderisce al gruppo misto

"No al campo largo". Luigi Marattin lascia Italia Viva e fonda Orizzonti Liberali
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“È con forte dispiacere ma con altrettanto forte convincimento che annunciamo il nostro addio alla comunità di Italia Viva. Le uscite da Iv sono già iniziate nei giorni scorsi”. Luigi Marattin annuncia di aver lasciato il partito di Matteo Renzi dopo cinque anni e di aver aderito al gruppo misto.

"Noi non condividiamo la scelta fatta e compiuta di aderire al campo largo”, aggiunge l’ex fedelissimo di Renzi che ricorda come l'ultimo congresso avesse sancito la posizione terzopolista di Iv. Marattin ripete che la svolta a sinistra si sarebbe dovuta decidere con un nuovo congresso, mentre adesso Italia Viva è arrivata a“farsi dire no da M5S e Fratoianni". “Siamo convinti che le posizioni del campo largo siano antitetiche a quelle che hanno costituito la cifra del renzismo", sentenzia il Marattin che spiega, inoltre, di non voler né aderire ad Azione né fondare l’ennesimo partito.

Creerà una fondazione, Orizzonti Liberali che metta al centro il rapporto Draghi perché il campo liberal democratico e riformatore “è sguarnito in Italia". "Non facciamo un partito, perché i partiti sono una cosa seria”, dice il deputato che dà appuntamento al prossimo 14 settembre a Milano dove“la fondazione vedrà un primo fermento di un percorso che non sarà facile nè immediato ma che è necessario per arrivare a quel partito liberal democratico che oggi in Italia non c'è”. Marattin, che lunedì uscirà con un libro in cui spiega la necessità di avere in Italia una realtà politica di questo tipo, dice che i “partito personali” hanno ucciso il Terzo Polo e che, pertanto, non intende aderite ad Azione che sarà invitata a partecipare alla nascita del nuovo cantiere liberal-democratico“sapendo che ci sarà contendibilità di leadership e che si partirà dalle idee e dall'organizzazione sui territori”. Un cantiere che verrà aperto anche a Forza Italia se abbandonerà “destra a trazione sovranista e populista”, di cui ora fa convintamente parte. “Prima di capire con chi vai deve capire chi sei”, dice Marattin sostenendo che “è stato un crimine” aver distrutto il Terzo Polo.

A dire addio a Italia Viva sono 4 dirigenti locali: Emanuele Cristelli (Friuli Venezia Giulia), Valeria Pernice (Verona), Giorgia Bellucci (Rimini) e Alessandro Pezzini (Lodi). A questi, assicura Marattin, se ne aggiungeranno presto un centinaio. "I numeri delle persone che hanno seguito Luigi Marattin, sia per quanto riguarda i dirigenti che gli iscritti, sono: 1 parlamentare su 16, 0 consiglieri regionali su 19, 11 membri dell' assemblea nazionale su 350, un centinaio di iscritti su 24.000", dicono, invece, fonti interne del partito di Renzi. "Un documento firmato da Luigi Marattin e alcuni dirigenti territoriali chiedeva di ratificare la linea politica di Italia Viva dentro un congresso e non solo dentro l'Assemblea Nazionale dove i numeri sono schiaccianti a favore della linea del Presidente Nazionale.

Appena Renzi ha accettato la richiesta di fare un altro congresso, il secondo in meno di un anno, alcuni degli amici guidati da Marattin hanno preferito lasciare Italia Viva", aveva detto Raffaella Paita ancor prima che iniziasse la conferenza stampa dell’ex fedelissimo renziano.

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