Premierato, l'aula diventa un ring

Il Senato si trasforma in un ring. Il soffice pavimento in moquette rosso dell'Aula in un tappeto per pugili

Premierato, l'aula diventa un ring
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Il Senato si trasforma in un ring. Il soffice pavimento in moquette rosso dell'Aula in un tappeto per pugili. Ad infiammare il dibattito parlamentare, tanto da arrivare a sfiorare la rissa, la madre di tutte le riforme: il premierato. Un mezzogiorno (quasi di fuoco) dentro Palazzo Madama. Grida, spintoni. Insulti, parole grosse a favore di telecamera, in diretta satellitare. «Ma cosa state facendo?» si sente urlare mentre i senatori si azzuffano. Alcuni onorevoli guardano stupiti, altri divertiti e filmano con il cellulare la quasi scazzottata tra il fratello d'Italia Roberto Menia e il grillino Marco Croatti. A far scoppiare la scintilla, poi divampata in un fuoco (per fortuna solo di paglia) lui, il provocatore per eccellenza, il senatore grillino Ettore Licheri che, puntando il dito contro la maggioranza, con tono acceso, ha urlato: «Potete fare tutto perché voi siete Giorgia, ma sappiate che la Costituzione uscirà dalle vostre mani e andrà nelle mani dei cittadini». Non solo, a dire di Menia, anche l'atteggiamento spocchioso e provocatorio del capogruppo del Partito Democratico Francesco Boccia che, come denunciato da una foto pubblicata dallo stesso senatore meloniano «per dieci minuti è stato seduto in una posizione sconveniente mostrando il posteriore alla maggioranza e al governo» - poi - «ha anche gesticolato e ho ricevuto una sequela di insulti da tutto il suo gruppo - giura l'onorevole nella damascata sala Garibaldi - A quel punto mi sono alterato e sono sceso». Da lì, il caos. La baruffa. Prima il botta e risposta a distanza tra Menia e Croatti poi, un corpo a corpo al centro dell'emiciclo. A dividerli il democristiano Antonio De Poli insieme ad altri colleghi senatori e ai commessi d'Aula. Il ministro per le Riforme Costituzionali Maria Alberti Casellati è basita, resta inerme dietro il banco del governo. Quasi scioccata. Uno scontro che ha costretto il presidente di turno Anna Rossomando ad interrompere i lavori. La campanella ha segnato la sospensione della seduta, ma non ha spento la discussione. «Rivediamo il video» ha tuonato qualche senatore Dem invocando il Var che, subito, ha rilanciato: «Servono sanzioni per l'accaduto, il clima registrato è inaccettabile». Una richiesta accolta dal pompiere Ignazio La Russa che, una volta ripresi i lavori, non ha perso tempo per condannare l'accaduto: «Le vicende saranno oggetto di attenta valutazione della presidenza. Dobbiamo valutarle». Il dem Francesco Boccia, poi, prendendo la parola ha rincarato la dose: «L'atteggiamento della maggioranza ci preoccupa molto perché alle parole non si può reagire con le aggressioni fisiche. Io mi auguro che la destra in Italia si renda conto del clima che sta creando» citando perfino il delitto Matteotti. Ribatte il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri: « Ridicolo l'accostamento a Matteotti, si offende la storia».

Poi, dopo la bocciatura dei circa duecento

emendamenti dell'opposizione, passa anche l'articolo 3 della riforma secondo il quale si potranno sciogliere le Camere anche durante il semestre bianco, cioè negli ultimi sei mesi di mandato del presidente della Repubblica.

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