da Milano
Gli azionisti Parmalat che decidono di astenersi nel voto previsto domani per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione verranno contati come contrari, in grado così potenzialmente di bloccare lelezione. È quanto ha riferito una fonte vicina alla vicenda. Lincontro di domani è stato convocato il mese scorso per scegliere un nuovo gruppo dirigente per Parmalat, uscita il mese scorso da quasi due anni di insolvenza.
Ma il voto di astensione potrebbe aiutare le banche già creditrici - a molte delle quali sono state intentate cause per danni dallamministrazione Bondi - a bloccare lunica lista di candidati al consiglio attualmente sul tavolo. La lista è guidata dallamministratore straordinario di Parmalat, Enrico Bondi, e sostenuta da Lehman Brothers e un gruppo di fondi che si prevede andranno sino in fondo nella causa multimiliardaria intentata alle banche.
«Lastensione al voto dà alle banche lopportunità di formulare un voto contrario senza votare no», dice la fonte. Non si prevede che le banche votino contro la lista di Bondi - cosa che sarebbe considerata distruttiva dopo che non sono riuscite a concordare una propria lista di candidati -. Si prevede che la maggior parte degli istituti non partecipino al voto o si astengano. Ma ora queste astensioni potrebbero rivelarsi decisive. Insieme, Lehman Brothers e i fondi che sostengono Bondi controllano circa il 7,6% delle azioni Parmalat, quota che si prevede salga al 15% con i fondi che non fanno parte dellaccordo, dice sempre la fonte. Si prevede che anche i produttori di latte, che controllano l1,5% delle azioni, appoggino Bondi.
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