Parmalat, richiesta del pg: "Calisto Tanzi va arrestato Persiste il pericolo di fuga"

Dopo la condanna in secondo grado a 10 anni per aggiotaggio dopo il crac Parmalat la procura generale ricorre al Riesame per ottenere la custodia cautelare dell'ex patron: pericolo di fuga e reiterazione del reato

Parmalat, richiesta del pg: 
"Calisto Tanzi va arrestato 
Persiste il pericolo di fuga"

Milano - Dopo la condanna in secondo grado a 10 anni di reclusione il pg di Milano ha chiesto l’arresto per l’ex patron di Parmalat Calisto Tanzi per il pericolo di reiterazione del reato o di fuga. L’istanza è stata discussa oggi davanti al tribunale del Riesame. 

La richiesta Era stata la procura generale di Milano dopo la conferma della condanna in appello a chiedere il carcere per l’ex patron di Parmalat. La Corte d’Appello aveva detto di no spiegando che Tanzi non aveva dato segnali di voler scappare. La decisione era stata impugnata dalla procura generale e oggi c’è stata l’udienza davanti al Riesame. Il pm Eugenio Fusco ha sostenuto che il pericolo di fuga è attualizzato dalla vicenda dei quadri di valore che erano stati sottratti da Tanzi al fallimento dell’azienda agro-alimentare. Secondo Fusco inoltre c’è il rischio che Tanzi possa commettere altri reati. Tanzi ha più di 70 anni, ma ciò impedisce di andare in carcere solo per scontare la pena definitiva non la custodia cautelare. La condanna di Tanzi per aggiotaggio dovrebbe diventare definitiva entro il giugno dell’anno prossimo altrimenti i fatti finiranno in prescrizione.

La difesa "Tanzi non ha nessuna intenzione di fuggire, ne di sottrarsi alla giustizia, tant’è vero che oggi era presente in aula davanti ai giudici del Riesame". Lo afferma il legale storico di Calisto Tanzi, l’avvocato Giampiero Biancolella, commentando la richiesta di arresto nei confronti dell’ex patron di Collecchio, in seguito alla condanna in appello a 10 anni di carcere per aggiotaggio. "Le motivazioni con cui la procura richiede l’arresto sono apodittiche - prosegue - addirittura fanno riferimento al vecchio viaggi a Quito (in Equador, dove Tanzi si recò all’epoca del suo arresto quando scoppiò il caso del crac Parmalat). Da quel viaggio, Tanzi tornò.

Come hanno scritto i giudici della Corte d’Appello nel respingere una prima richiesta d’arresto, non si capisce da dove si possa desumere questo pericolo di fuga, considerando anche che Tanzi non ha beni all’estero e ha sempre avuto un comportamento ossequioso nei confronti della magistratura. Per quanto riguarda i quadri, Tanzi li ha messi a disposizione della magistratura, pur sapendo che appartengono alla moglie".

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