Parte da Cuneo la rivoluzione del vetro

Due lauree in ingegneria, elettrotecnica ed aeronautica, l’imprenditore di Boves ha concentrato tutte le risorse sull’automazione industriale

Per una decina d'anni lavora come dipendente dopo la laurea. Anzi, dopo le due lauree, la prima in ingegneria elettrotecnica, la seconda in ingegneria aeronautica. Lavora alla Fiat occupandosi di tempi e metodi nell'officina numero 10 di Mirafiori, quella dei componenti. Poi Leonardo Ghinamo entra a far parte a Torino di una delle prime società di management, la Soi di Luigi Viglino. Finendo per ritrovarsi a Merate, nei dintorni di Lecco, della Catene Regina. Finché nel 1972 si trasforma in imprenditore entrando come socio in una società del Cuneese specializzata in macchine per la lavorazione del vetro e in quel periodo in affanno per la morte del fondatore, Pasquale Bottero. Oggi il gruppo Bottero è il numero uno al mondo in alcune tipologie di macchine, dal taglio al troncaggio e manipolazione del vetro, e il numero due in tutte le altre tipologie. Un colosso che ha aperto uno stabilimento anche in Cina, pensa a qualcosa di simile per l'Est Europa e mostra ugualmente interesse per l'India. Ma, spiega Ghinamo, «il mondo è ormai il nostro mercato, noi esportiamo il 90% dei nostri prodotti».
Il figlio del falegname. Fisico asciutto, capelli non ancora del tutto bianchi, classe 1936, Leonardo Ghinamo è originario di Boves ed è il secondo di quattro fratelli, di cui uno è primario pneumologo all'ospedale di Cuneo. Il padre era un falegname che costruiva mobili, la madre aveva un negozio di tessuti. Lui va al Politecnico di Torino, grazie ad una borsa di studio frequenta anche la scuola allievi della Fiat in corso Marconi prima di andare a fare l'ufficiale di complemento alla scuola di guerra aeronautica di Firenze. Una volta congedato, eccolo a Mirafiori, quindi alla società di management, infine a Lecco per poi ritornare a Cuneo nei panni di imprenditore. Non è l'unico socio della Bottero, un'azienda ancora piuttosto artigianale fondata nel 1957 ma con una grande capacità di progettazione innovativa nel settore delle macchine per la lavorazione delle lastre di vetro. Sono suoi infatti i brevetti del tavolo basculante e della pinza automatica. E al vetro piano si aggiungono poi le macchine per il vetro cavo (per bottiglie e contenitori). Insieme con Ghinamo, che ha rilevato la maggior parte delle azioni degli eredi Bottero, sono socie altre due famiglie, tutte della zona ed anche loro impegnate operativamente in azienda in vari ruoli: i Faccenda e gli Olmo. Col tempo si aggiunge anche la famiglia Sesia.
Ghinamo mette a frutto le esperienze acquisite e fa un buon lavoro alla Bottero. Elimina le macchine vecchie e, grazie all'elettronica, le sostituisce con impianti più moderni costruiti all'interno della stessa Bottero; sviluppa l'automazione industriale; comincia ad internazionalizzare l'azienda, che fino a quel momento è tutta concentrata sull'Italia con l'export appena del 10%, dando fiato alla rete di vendita all’estero con un centinaio di dipendenti e aprendo nel 1986 la prima filiale in Germania, a Grevenbroich, vicino a Duesseldorf. Nasce quindi in provincia di Vicenza la Revimac per la revisione dei macchinari del settore del vetro cavo; nel 1992 viene acquistato da un fallimento quello che poi diventa lo stabilimento di Trana, nei pressi di Torino, con produzione di macchine complementari a quelle di Cuneo e utilizzate nell'arredamento dai vetrai; nel 2000 sorge a Pesaro anche la Bimatech, specializzata in macchine a controllo numerico per la lavorazione dei vetri per l'arredamento.
Le filiali nel mondo. A cavallo del nuovo millennio Ghinamo spinge ancora di più l'acceleratore dell'internazionalizzazione con la nascita di altre filiali: nel 1998 quella del New Jersey, negli Stati Uniti; nel 1999 quella francese, nel 2000 quella inglese, quindi è la volta di quella brasiliana.
Nel 2004 nasce a Shanghai, per la vendita e assistenza tecnica delle macchine del vetro piano, la filiale cinese con ufficio di rappresentanza a Quanzou, nei pressi di Hong Kong, quasi subito seguita dalla decisione di costruire uno stabilimento a Bengbu in joint venture con la più grossa società di engineering cinese per la progettazione e costruzione chiavi in mano di impianti per la fabbricazione delle lastre di vetro e per produrre a partire dal 2006 le macchine più semplici destinate al mercato locale. Nello stesso tempo Leonardo Ghinamo pensa anche alla diversificazione, rilevando in parte come gruppo Bottero e in parte con due fratelli, Marco e Rinaldo, le Industrie Cometto di Borgo S. Dalmazzo, sempre nel Cuneese. È specialista a livello mondiale nella progettazione e costruzione di veicoli per i trasporti stradali eccezionali, semoventi per trasporti speciali all'interno di cantieri navali e basi aerospaziali, rimorchi per trasporti pesanti. Una società che da sola ha 150 dipendenti e un giro d'affari di 22 milioni.
Il peso dell’export. Il gruppo Bottero significa oggi 850 dipendenti e un fatturato consolidato di 150 milioni di euro. Realizzati per quasi il 90% all’estero. E si rivolge con le sue macchine alle grandi aziende del vetro ma anche ai piccoli vetrai. Produce infatti impianti per lastre di vetro utilizzati dalle multinazionali; sempre per le multinazionali e i grandi gruppi vetrai realizza anche impianti speciali per applicazioni particolari come ad esempio le linee per lastre di vetro stratificato, quello usato nella sicurezza tanto per intenderci. Produce poi macchine per i vetrai, anche i più piccoli, che trasformano le lastre in prodotto finito, dal vetro usato per una finestra al forno di cottura. Produce inoltre quelle macchine che consentono di lavorare ad esempio il bordo o la superficie di uno specchio o di una vetrinetta. E costruisce, oltre a progettarle, anche le macchine ad alta tecnologia per la fabbricazione di contenitori di vetro. Questa è un'azienda, commenta Ghinamo, «che ha contribuito con la ricerca e l'innovazione, all'intera storia del vetro, quello piano in particolare». E infatti l'ufficio ricerca, formato per lo più da ingegneri specializzati nei diversi settori, è ancora oggi piuttosto robusto: 180 tecnici impegnati chi nell'innovare il prodotto, chi nell'adeguare le macchine in modo da contenere i costi, chi nell'apportare modifiche continue per il miglioramento della qualità.
Sposato con Antonia Gagliarducci, ex insegnante di matematica, padre di due figli, Paolo, 1967, e Corrado, 1971, ingegnere meccanico il primo e ingegnere elettronico il secondo, appassionato di jogging e di montagna, Leonardo Ghinamo ricopre nel gruppo Bottero il ruolo di amministratore delegato mentre la presidenza è affidata alla signora Grazia Cordero Faccenda. E dal momento che non è più un ragazzino, già da tempo si è affiancato di esponenti della seconda generazione, tutti rappresentanti delle quattro famiglie socie della Bottero. Oggi sono sette, alcuni occupano posti di responsabilità. Tre Olmo (Jose, direttore amministrativo; Silvia, settore paghe; Alberto, amministrazione Cometto), due Ghinamo (Paolo è vicepresidente della Cometto, Corrado segue un'unità di software alla Bottero), un Faccenda (Aldo, membro del board di direzione del gruppo), un Sesia (Carlo, responsabile della divisione vetrocavo). Come dire: qui la successione è già avvenuta in modo soft.
Strategie definite.

Anche la strategia della Bottero è chiara e delineata: lavorare innanzi tutto, spiega Ghinamo, «a stretto contatto con i clienti per risolvere le loro specifiche richieste, dalla realizzazione di linee specializzate all'allestimento di grandi impianti per interi cicli produttivi». Inoltre, ecco un altro aspetto della strategia, impiantare stabilimenti là dove c'è bisogno. Come in Cina. Già adesso, chiarisce Ghinamo, «la Cina è il Paese in cui vendiamo più macchine».
(84. Continua)

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