La partita per il Colle si tinge di rosso: ecco i nomi in lizza

Pd e M5S vuogliono portare Prodi al Colle, ma la base grillina punta su Gino Strada. Sul tavolo anche Zagrebelsky, Bonino e Boccassini. Di moderati nemmeno l'ombra

La partita per il Colle si tinge di rosso: ecco i nomi in lizza

Altro che un moderato al Quirinale. Le manovre per portare un uomo di sinistra al Colle sono già iniziate. Dopo aver proposto Dario Fo, la base pentastellata punta sul fondatore di Emergency Gino Strada. I nomi portati avanti da progressisti e grillini per il dopo Napolitano non mancano certo di fantasia. Ce n'è di tutti i gusti. Beppe Grillo sarebbe addirittura pronto a inciuciare con il Partito democratico per portare Romano Prodi alla presidenza della Repubblica. Fantapolitica? Macché, l'elezione di Pietro Grasso allo scranno più alto di Palazzo Madama ha dimostrato che tra i democrat e il M5 può esserci feeling.

"Come ho detto faremo una ricerca onesta di un punto di equilibrio ma non ci si detti il compito - ha assicurato Pier Luigi Bersani - siamo però pronti a discutere". Purtroppo è lo stesso leader del piddì a non crederci. Sebbene finga di tendere la mano a Silvio Berlusconi, sa benissimo che al Pd farebbe davvero comodo occupare anche lo scranno del Quirinale dopo aver messo le mani sulle presidenze delle Camere. Sul nome bisogna ancora decidere. Quel che è certo è che difficilmente vedremo un moderato alla guida del Paese. Entro il 15 aprile dovrà arrivare la convocazione del parlamento in seduta comune per eleggere al Colle il successore di Napolitano il cui mandato scadrà il 15 maggio. La seduta potrebbe essere convocata per i primi di maggio, in modo da consentire ai Consigli regionali di eleggere i grandi elettori che li rappresenteranno. Sul tavolo delle forze politiche circolano i nomi più disparati. Nel Pdl c’è addirittura chi evoca "l’incubo Ilda". "Potrebbero anche candidare la Boccassini alla presidenza della Repubblica e questa ipotesi non è solo una boutade...", spiega uno dei big di via dell’Umiltà. Quanto ci sia di vero in questa indiscrezione è difficile dirlo. Tuttavia, la dice lunga sul rischio concreto che al Quirinale possa arrivare un ultrà della sinistra.

"Scelta civica e democratici potrebbero dar vita a un vero e proprio accordo", fa sapere uno dei montiani. Un’intesa che potrebbe portare un esponente di Scelta civica al Quirinale , nel caso si andasse alle elezioni anticipate, ad un patto pre-elettorale tra le due formazioni. Un'ipotesi che, però, non prende in considerazione l’incognita Grillo. Tra i democratici c'è chi riferisce di contatti in corso con il Movimento 5 stelle per arrivare ad un candidato comune per il Colle. E qui rispunterebbero i nomi di Romano Prodi e Gustavo Zagrebelsky. In un recente post Grillo ha, infatti, definito il Professore un nome che "cancellerebbe Berlusconi dalle carte geografiche". Insomma, pur non proponendo direttamente, almeno indirettamente il comico fa di Prodi una candidatura non del tutto sgradita ai Cinque Stelle anche se la base avrebbe acclamato Gino Strada. "Prodi è ancora troppo legato al Pd - spiegano alcuni esponenti del M5S sentiti da LaPresse - la sua figura è espressione dei partiti ed è quello che ha fatto Mastella ministro". Per il momento il leader pentastellato si è limitato ad annunciare le "Quirinalie", consultazioni online per trovare un nome su cui convergere. Qualora le simpatie di Grillo per Prodi dovessero essere bocciate dalla base, potrebbero aprirsi nuovi scontri interni al movimento che incrinerebbero ulteriormente i processi decisionali gestiti di fatto dal comico.

La artita

resta aperta. E la lista dei papali si infittisce di giorno in giorno. C'è chi vorrebbe Emma Bonino e chi vorrebbe un ritorno di Massimo D'Alema. Finora, però, è stato fatto ancora il nome di un moderato.

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