Il partito dei pensionati ritorna nel Polo Fatuzzo: «Il Prof ha tradito le promesse»

Alessandro M. Caprettini

nostro inviato a Strasburgo

E vai con la prima transumanza! Solo che a 4 mesi dal voto, a passare di là - dal centrosinistra al centrodestra - non è solo un parlamentare, ma un partito intero: quello dei pensionati, il cui segretario resta, rieletto l'anno scorso in congresso, quel Carlo Fatuzzo che fondato il movimento nell'87, è riuscito col tempo a fare ingresso per ben due volte a Strasburgo. E pian pianino ha cominciato a pesare anche altrove, come in Lombardia e Friuli dove ha un consigliere regionale o nelle province di Gorizia e Bergamo, in cui pure ha un rappresentante.
Tra gli italiani iscritti al Ppe (Partito popolare europeo), lo considerano già un «figliol prodigo», tant'è che ha preso parte assieme agli eurodeputati di Forza Italia alla presentazione di una serie di atti d'accusa contro Romano Prodi, un paio di settimane fa. Era stato a lungo al loro fianco, poi prima del voto di maggio preferì Prodi e l'Unione. Adesso torna indietro, «perplesso» (per usare un eufemismo) dal «voltagabbanismo» del centrosinistra sul tema a lui caro: le pensioni. Insomma, addio Ulivo bugiardo! Sì, anche se Fatuzzo - con un tocco di perfidia - chiede ancora qualche attimo per ufficializzare la separazione. «A Prodi do 90 giorni - annuncia infatti -. O mantiene gli impegni da lui ufficialmente presi e poi ribaditi a me anche da suoi collaboratori a più riprese, o dovrò dargli del bugiardo». Quali impegni? Presto detto: «Approvare entro fine 2006 la legge che anticipa di 5 anni la pensione a chi assiste familiari non autosufficienti!».
Fatuzzo sostiene di aver avuto proprio da Prodi, in un incontro a Bologna del febbraio scorso, l'assicurazione che quell'ipotesi sarebbe stata certamente varata, cosa che lo portò a scegliere l'Ulivo. Ricorda che l'attuale premier «lo disse forte e chiaro» anche in tv, a Porta a Porta. E chiude rendendo noto che pure «Ricky Franco Levi, suo portavoce, mi assicurò che non c'era problema alcuno e che si sarebbe proceduto in tal senso».
E invece? Invece, silenzio totale. Anzi, a dir la verità, Fatuzzo rileva con un sorriso amarognolo, che Prodi non gli fece arrivare nemmeno una telefonata dopo il successo elettorale. Gli si potrebbe dire: valevate poco. Sì, ma fino a un certo punto. Perché il partito pensionati ebbe 334mila voti alla Camera, e 340mila circa al Senato. Nessun eletto, vero. Ma fu proprio grazie ai voti di Fatuzzo che il premio di maggioranza della Campania a palazzo Madama (2 senatori) andò all'Unione. Consegnando di fatto l'assemblea al centrosinistra.
E a questo particolare di non poco conto, segue un'altra rivelazione non marginale. «Prodi si è guardato bene dal chiamarmi... ma sa chi mi telefonò subito dopo il voto ? Berlusconi in persona. Non addossò responsabilità ad altri, come pure avrebbe potuto fare. Mi disse: mi dispiace Fatuzzo, colpa mia. Io ho apprezzato».
Ma non è tanto il mancato contatto con l'uno e la ripresa del dialogo coll'altro che ha convinto Fatuzzo a tornare sui suoi passi. «È che mi accorgo ogni giorno di più che proprio sulle pensioni, che lei capisce cosa possano essere per me, ci stiamo avviando al disastro. Avevano promesso mari e monti. Ogni giorno scopri il loro gioco al ribasso, allo sfascio...».
E qui comincia la litania di Fatuzzo contro gli attentati al regime pensionistico. Ti fa notare che l'insistenza per la revisione dei coefficienti non può che essere penalizzante. Che l'aumento dei contributi per alcuni è rischioso, che l'anticipazione dello scalone è impossibile senza almeno che si sia stabilito l'anno di partenza, che spostare l'età pensionabile delle donne da 60 a 62 anni sarebbe una pura cattiveria, ma che la più grossa ingiustizia di tutte è la storia delle «finestre» che, secondo lui, ancora non è del tutto definita.
«Com'è noto - spiega - chi ha lavorato per 40 anni ha il diritto di andare in pensione a qualsiasi età. Ma deve attendere le cosiddette finestre di uscita prima di poter lasciare l'impiego e ricevere la pensione. Qui è emersa finora la propensione del centrosinistra ad abolire una-due finestre, ma ho paura che si possa arrivare al punto di lasciarne una sola pur di risparmiare. Per cui che accadrebbe? Che uno potrebbe ritrovarsi a dover lavorare un anno in più con l'ulteriore beffa che i contributi versati in quel periodo non gli sarebbero accreditati. Una cosa vergognosa, e ancor più disgustoso è che i sindacati facciano finta di niente!».
Per cui addio Prodi. È stato breve e per niente bello. Fatuzzo e i suoi pensionati tornare a riempire le loro valigie preparandosi al primo trasloco di questa legislatura. Sarà anche poca cosa - visto tra l'altro la mancanza di eletti nel parlamento nazionale - ma un 1 per cento, nell'attuale sistema elettorale, vale oro.

Senza contare la piega propagandistica della cosa. I pensionati lasciano l'Ulivo. Ma non era il governo dei buoni, dei bravi, dei competenti ma soprattutto difensore dei più deboli? Sta a vedere che Fatuzzo apre gli occhi anche ad altri...

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