Roma - Macché mistero, macché blitz, macché retroscena super riservato. La cosiddetta «goccia che ha fatto traboccare il vaso» è una lacrima di prosecco tanto segreta che scivola su una flute davanti al freddo occhio di una macchina fotografica. No, nessuno scatto rubato: tutte fotografie in posa. Consentite, quasi auspicate, perché non c’è nulla da nascondere, nulla da temere, nulla da insabbiare. La verità sono dieci istantanee che verranno pubblicate sul prossimo numero del settimanale Chi. La galleria di foto (guarda)
Lunedì 27 aprile il premier è in prefettura a Napoli per un summit sullo stato di avanzamento di un termovalorizzatore. Si parla di rifiuti, di monnezza, della cura della piaga-vergogna della Campania. Incontro istituzionale cui partecipano il prefetto Alessandro Pansa, il sottosegretario Guido Bertolaso con il suo vicario, il generale Franco Giannini. C’è pure il direttore del Mattino Mario Orfeo. Annuncia: tra un mese aprirà pure la discarica di Terzigno, nel vesuviano
. La sera prima partecipa a una festa di compleanno di una diciottenne, Noemi Letizia, a Villa Santa Chiara, vicino alla circonvallazione esterna di Napoli. La notizia sui giornali è presentata come blitz inconfessato e inconfessabile. Quasi illecito. Ma chi è la festeggiata? I pruriti mediatici e gossippari crescono a dismisura: la giovane, si saprà poi, lo chiama addirittura «papi». Certo fa un po’ effetto che il presidente del Consiglio intervenga a un party di una graziosa quanto anonima ragazza alla periferia di Napoli ma, spiegherà in seguito lo stesso premier, «ho voluto fare una sorpresa alla figlia di un vecchio amico».
Lo scoop dell’«ignominioso festino» ha però ulteriormente irritato i nervi già tesissimi di Veronica Lario. Prima lo sfogo sulle fantomatiche veline e il «ciarpame politico», poi l’ira per «le frequentazioni di minorenni». Il tutto dato in pasto all’agenzia di stampa Ansa e a Repubblica per gridare la propria insoddisfazione e la richiesta più estrema: divorzio. In realtà la notte dello scandalo, la serata clandestina del Cavaliere, parte da una telefonata del padre di Noemi, Benedetto Letizia, vecchio militante di Forza Italia.
I due si sentono al telefono e il signor Letizia, oltre che di nome lo diventa di fatto: «Ma come presidente? Sei a Napoli? Non ci posso credere... Proprio stasera festeggiamo i 18 anni di mia figlia Noemi. Non riesci a fare un salto?». Berlusconi tentenna: «Grazie dell’invito, non so se riesco; non so se faccio in tempo». Dall’altra parte la richiesta diventa una supplica: «Dai, provaci, sai quanto ci tiene Noemi. Mi faresti felice non una ma due, dieci, cento, mille volte. E poi è vicino all’aeroporto, ti prego». Il premier cede: «Va bene, faccio il possibile». Fa verificare se effettivamente il locale non sia lontano da Capodichino e, rassicurato dal fatto di essere pure in anticipo sul ruolino di marcia, decide di fare felice una famiglia di vecchi amici.
Del blitz tanto occulto viene pertanto avvisata la prefettura e, di soppiatto come di norma ci si muove con una colonna di otto automobili tra guardie del corpo e agenti, fa il suo ingresso in sala. No, il premier non si apparta con l’incredula festeggiata per tirarle le orecchie e augurarle «Buon compleanno» ma brinda con tutti, in mezzo a tutti. La sala è piena, ci sono i genitori, i nonni, gli amici. Un centinaio di persone quasi tutti under 25. Strette di mano, applausi, brindisi e, naturalmente, una marea di foto ricordo. La peccaminosa fuga nell’«harem partenopeo» non è altro che un tintinnio di calici e di flash per una sorpresa che più imprevista non si può.
Vuoi negare uno scatto ricordo ai nonni della festeggiata? E agli amici intimi? E ai cugini? E ai camerieri? E ai cuochi? Berlusconi non tralascia nessuno del personale, parla con tutti, scherza con tutti. Siano essi in tiro, camicie bianche fresche di ferro da stiro degli invitati o magliette casual e campanilistiche del personale impegnato nelle retrovie. Ma la fetta di torta di una festa improvvisata si trasforma in una frittata.
Le colonne di piombo di Repubblica tramutano il dolce in un piatto salato come l’acciuga. Da Macherio arriva l’attacco più duro con quel «voglio tirare giù il sipario» recapitato a mezzo stampa e l’ultima triste considerazione: «Veronica è caduta in un tranello».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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