Aveva un po' di tutto: conti correnti, polizze assicurative, anche una cassetta di sicurezza con parecchi contanti. Quindi qualche appartamento, un paio di villette e persino un negozio, per un totale che sfiora i due milioni di euro. In base a un provvedimento emesso dal tribunale di Milano la Divisione Anticrimine della questura, con l'aiuto dei colleghi napoletani, lunedì ha sequestrato tutto il patrimonio di un pluripregiudicato di 48 anni residente nel capoluogo partenopeo. In trent'anni questo soggetto - specializzato in rapine di Rolex e orologi pregiati in genere (assalti, pare, tutti particolarmente violenti) messe a segno sotto la Madonnina - ha messo da parte l'ingente gruzzolo, ancora più strabiliante se si pensa che questi colpi hanno costituito la sua unica fonte di reddito. Sì: tutto quel denaro il 48enne lo ha messo da parte in maniera del tutto illecita. E per la precisione in qualità di «trasfertista» - venendo cioè da Napoli a Milano apposta, magari in giornata, per poi tornarsene rigorosamente in Campania - nel giro di trent'anni. Durante i quali si è dato da fare in sella agli scooter e con l'aiuto di un complice, strappando Rolex ai polsi degli automobilisti e, insieme agli orologi, si è impossessato anche di altri beni di lusso. Oltre alle rapine, l'uomo negli anni è stato accusato di estorsione, sostituzione di persona, ricettazione, falso materiale e altri reati.
Ha iniziato così nel 1993, quando aveva solo 18 anni, intensificando la sua attività di rapinatore a partire dal 2009 per poi raggiungere picchi elevati di colpi messi a segno in particolare tra il 2016 e il 2020. È stato allora che, insieme a un complice, si è specializzato nell'ormai arcinota «tecnica dello specchietto».
Mentre le vittime sono ferme al semaforo o in procinto di parcheggiare, uno dei due malviventi a bordo di uno scooter urta pretestuosamente lo specchietto retrovisore dell'auto; non appena la vittima tira fuori il braccio dal finestrino per risistemarlo, il complice strappa con forza il prezioso orologio indossato al braccio dal guidatore, prima di darsi alla fuga.Scrive il personale della Divisione Amministrativa della questura: «Tali modalità di perpetrazione dei reati, reiterati nel tempo, hanno determinato (...) un evidente danno d'immagine alla città».
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