La crisi partorisce un mostro al giorno. Ieri ha visto la luce un improbabile nuovo centro sull’asse Casini-Fini-Rutelli. I tre, stando alle dichiarazioni, presenteranno insieme una mozione di sfiducia al governo Berlusconi. Secondo gli osservatori esperti, quelli che negli ultimi diciotto anni non ne hanno mai azzeccata una, diciamo alla Giuliano Ferrara, si tratta del primo passo di un nuovo polo, il terzo, che potrebbe prendere le redini del Paese. Noi un po’ rozzi, che di politica non capiamo un’acca, restiamo invece scettici. Non capiamo, sarà un nostro limite, come possa stare insieme un centro formato da questi tre signori. Il primo, Rutelli, è un ex radicale che, dopo aver tradito Pannella, si è candidato premier (sconfitto) di una coalizione cattocomunista (l’Ulivo), che ha successivamente tradito per mettersi in proprio, forte di uno 0,8 per cento di consensi. Il secondo, Fini, è un ex fascista che ha rinnegato i valori del Ventennio per diventare berlusconiano di ferro, che, al momento decisivo, la nascita del Pdl, ha tradito Casini, al quale aveva promesso che mai e poi mai si sarebbe fuso con Forza Italia e che, più di recente, è storia nota, ha tradito pure Berlusconi. Il terzo, Casini, è il leader del partito dei cattolici italiani e non ha mai fatto mistero di essere pronto ad allearsi con chiunque (laici, atei, mangiapreti) pur di vincere contro Berlusconi (in alcune Regioni e molti Comuni lo ha pure fatto).
Detto che tutti possono cambiare idea, è anche vero che alla fine ognuno resta quello che è. Quindi siamo di fronte a un trio formato da un fascista laicista, un radicale e un cattolico che si candidano a creare un partito di centro, quindi liberale e riformista. Quelli intelligenti, oggi diranno che la cosa è possibile. Noi sosteniamo invece che l’unico tratto che i tre hanno in comune è quello di non aver lavorato mai un giorno in vita loro. Politici di professione, cresciuti a una scuola, la Prima Repubblica, che ha saccheggiato le casse dello Stato, producendo i disastri economici e sociali che ben conosciamo e dei quali ancora paghiamo dazio.
Non c’è nulla in questo patto scellerato che potrebbe reggere una prova elettorale prima e di governo poi. Voglio vedere Casini battersi a favore delle coppie omosessuali come imporrebbero Fini e Rutelli. Rutelli fare una campagna per non tassare i beni ecclesiastici come chiederebbe Casini. Voglio vedere Fini rimangiarsi le sue posizioni sulla bioetica per non irritare Casini. E via dicendo. No, di credibile e di logico in questo patto scellerato c’è solo una sete di potere personale. Che arriva al punto, in Casini, di annunciare la sfiducia al governo proprio nei giorni in cui il governo stesso sta diventando matto per trovare i 245 milioni di euro necessari a finanziare le scuole cattoliche e i 100 per garantire il prelievo Irpef del 5 per mille a favore del volontariato.
Insomma, sotto il cielo della politica italiana non c’è nulla di nuovo nonostante grida, annunci e proclami.
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