Pattuglie, ora sono 36 i quartieri presidiati

Il compito sarà quello di tenere sotto controllo la vita quotidiana della città. Il colonnello Piccinno: «È un servizio che funziona: dà più tranquillità ai cittadini»

Finiti i rispettivi corsi, a Pescara i poliziotti, a Roma i carabinieri, da domani prenderanno servizio 29 nuove pattuglie di quartiere, 22 in città, sette in provincia. In tutto 87 uomini e donne, 58 della Polizia, 29 dell’Arma, che andranno a coprire nuove zone della città, in aggiunta a quelle già controllate, dalla fine del 2002, da 60 poliziotti e 21 carabinieri. A cui vanno sommati anche i 500 ghisa, andando così a comporre un «esercito» di circa 620 unità. Le zone presidiate salgano dalle attuali 14 a 36 in città e da una sola a otto in provincia, cioè due pattuglie a Monza, Legnano, Sesto San Giovanni e Cinisello Balsamo.
«Direi che questo è veramente un bel regalo alla città da parte del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu - commenta il vicesindaco Riccardo De Corato - una maggior presenza di divise infatti è un elemento che crea sicurezze nel cittadino spaventato prima dalla piccola criminalità predatoria da strada e ora anche dal terrorismo internazionale. Elementi - aggiunge De Corato - che creano un clima di insicurezza che va forse al di là del rischio concreto. Milano infatti, per essere una metropoli è una città abbastanza tranquilla. Ma il cittadino non lo percepisce, anzi. Essenziale dunque questa presenza di “divise”»
I poliziotti e i carabinieri che da domani entreranno in servizio sono stati scelti tra quelli già in servizio nei diversi commissariati e compagnie. Hanno appena concluso un corso di addestramento rispettivamente alla scuola di Polizia di Pescara e alla scuola allievi carabinieri di Roma. Come del resto hanno fatto nel ’98 i vigili urbani, prima presenza sulle strade milanesi, che andarono all’Università di Bologna per seguire lezioni di criminologia e vittimologia. E il personale addestrato sette anni fa, ora sta svolgendo corsi di formazione per i nuovi agenti di quartiere, presso la scuola di polizia urbana in via Boeri.
Il compito principale del poliziotto, carabiniere o vigile di quartiere, esula infatti da quello tradizionale di prevenzione e repressione. Questa nuova figura, che rientra nel quadro della «polizia di prossimità», ha il compito di tenere sotto controllo la vita quotidiana del proprio quartiere. Vale a dire chiacchierare con commercianti e custodi di condominio, raccogliere segnalazioni, osservare movimenti sospetti, registrare la presenza di facce nuove. In altri termini la presenza di nuove centrali di spaccio di droga, auto di dubbia provenienza, movimenti attorno a obiettivi a rischio, nuove presenze in punti di aggregazione di stranieri, in particolare islamici. Informazioni che vengono poi vagliate da investigatori specializzati in narcotici, rapine o terrorismo.
E i cittadini sembrano aver particolarmente apprezzato l’iniziativa come racconta il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Cosimo Piccinno.

«Continuiamo a ricevere lettere, come quella dell’Associazione commercianti, artigiani e cittadini del Vigentino, che ci ringraziano per i servizi di sorveglianza lungo via Ripamonti. Una cosa che ci riempie di soddisfazione e ci spinge a svolgere sempre meglio questo particolare servizio».

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