Roma - Da poco segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani continua a perdere pezzi. Anche Massimo Calearo ha lasciato il Pd. Secondo quanto si apprende, l’ex presidente di Federmeccanica candidato al Parlamento da Walter Veltroni annuncerà a breve, probabilmente domani, la propria decisione di uscire dal partito. Calearo, schierato con Dario Franceschini al congresso, aveva più volte nelle scorse settimane mandato segnali chiari, definendo quello di Bersani un progetto che "guarda al passato".
Cacciari: "Posso capirlo..." "Posso capire Calearo, come ho compreso le ragioni di Francesco Rutelli". Il sindaco di Venezia Massimo Cacciari non fa annunci ma si schiera con Calearo: "Si vede che anche lui condivide le sue idee sul pericolo che il Partito democratico sta correndo. Detto ciò, mi auguro di essere smentito nei prossimi mesi dalla politica di Bersani". Il filosofo di Venezia ripete più volte di non volere fare annuci, ma puntualizza: "Non annuncio alcuna decisione clamorosa del tipo 'lascio' o 'vado'. È un tipo di comunicazione che non mi appartiene".
Dellai: "Un segnale di disagio" Lorenzo Dellai, presidente della provincia autonoma di Trento, non vede l'addio di calearo come "un segnale di crisi", ma piuttosto come "una evoluzione del quadro politico: vuol dire che questo tipo di assetto bipolare mostra segni di stanchezza e quindi ci possono essere persone che avvertono questa difficoltà e cercano vie di uscita". Già fondatore della Margherita e oggi uno dei promotori del Nuovo Centro, Dellai spiega di non "credere in proprietà transitive: è una decisione personale che vale soprattutto come segnale di disagio".
"I veri processi politici si fanno fuori dal Parlamento, parlando con la gente, costruendo le esperienze dal basso", conclude Dellai ammettendo che "ci sono momenti che vanno considerati attentamente anche all’interno delle istituzioni e colti come un’evoluzione del quadro politico".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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