Il Pd difende la Vincenzi Non sia capro espiatorio Ma accusava Alemanno

Il leader del Pd difende la Vincenzi perché "i Comuni non hanno un euro". Ma fu il primo a chiedere le dimissioni di Alemanno quando a Roma si scatenò un nubifragio. Poi annuncia: mozione di sfiducia anche se passa il rendiconto

Il Pd difende la Vincenzi Non sia capro espiatorio Ma accusava Alemanno

Il leader del Pd, Pier Luigi Bersani scende in campo per difendere il sindaco Marta Vincenzi. Ospite di In mezz'ora, il segretario democratico ha tenuto a precisare: "In questi momenti si tende a fare dei sindaci il capro espiatorio. Ma vorrei ricordare che i nostri Comuni non hanno un euro". Poi alla domanda di Lucia Annunziata che ha chiesto se ne prendesse le difese, Bersani ha risposto: "Io ora la vedo in un dramma. Non bisogna fare facili sentenze perché stiamo parlando di vite umane".

Non importa che il leader del Pd, così come diversi esponenti del suo partito, abbiano chiesto le dimissioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno quando a metà ottobre scorso si scatenò un violento nubufragio sulla Capitale. Alemanno non è mica del Pd. E proprio per questo, Bersani precisa: "Non farei di tutta l’erba un fascio. Comunque anche in questo caso direi che prima di fare sentenze si debba riflettere bene su quanto sta accadendo perché va migliorato il sistema di allerta e bisogna abituarsi a momenti di emergenza". Insomma, è il solito comportamento di due pesi e due misure. 

Ma il capitolo dell'alluvione che ha colpito Genova non è stato l'unico che ha trattato Bersani. Anzi, il leader del Pd, ha parlato dell'ipotesi primarie, anche nel caso in cui si dovesse andare ad elezioni anticipate e ha detto: "Siamo vocati alle primarie e cerchiamo le condizioni per farle, dopo di che vediamo come si sviluppano le cose". Il leader del Pd ha invitato poi a non sottovalutare la delicatezza del momento:  "Forse ancora sfugge a qualcuno che viviamo un passaggio di settimane che è il più pericoloso dal dopoguerra a oggi. Partiamo dall’Italia e il resto si decide".

Per quanto riguarda la situazione politica, alla domanda sulla possibilità di preparare una mozione di sfiducia Bersani ha risposto: "Ci stiamo ragionando, stiamo considerando l'ipotesi. Sceglieremo la strada che metterà meno in difficoltà il Paese. La situazione è talmente drammatica che dobbiamo fare una svolta con la consapevolezza che bisogna cominciare un percorso nuovo. Se verrà votato il rendiconto ci sarà una ragione in più per la sfiducia".

E sull'ipotesi di governo tecnico Bersani ha precisato: "Non esistono governi tecnici ma governi guidati da figure tecniche ma con una forte base parlamentare e non ho dubbi che la nostra sia una piattaforma nazionale accettata da tutti perché il nostro non è il punto di vista di una fazione ma di chi si rende conto che a rischiare di bagnarsi non è la terza classe ma tutta la nave".

L'idea di un governo a guida Gianni Letta o Renato Schifani non va bene al segretario: "Non cambierebbe nulla.

Nel caso ci fosse, sarebbe un governo di centrodestra. Ma non so con quale forza possa presentarsi al mondo e all’Europa per fare le cose che Berlusconi non è riuscito a fare fin qui. Non è un governo di questo genere che può rappresentare la ricostruzione".

 

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