Un passo indietro, due in avanti, ancora uno indietro. E poi i se e i ma. Nella pattuglia dei possibili traditori della maggioranza le idee sono poche e confuse. Soprattutto prevale la paura di aver sbagliato i calcoli e la tempistica. Perché il governo Berlusconi è come i gatti, ha sette vite e ancora non le ha esaurite. E più passano le ore dalla famosa lettera dei dissidenti Pdl che annunciano il passaggio all’opposizione, più l’esito del golpe sembra incerto. Chi ha inventato e innescato questa crisi in coincidenza con il vertice dei grandi del mondo ha già raggiunto lo scopo:innescare sfiducia nei confronti dell’-Italia, creare altre difficoltà alla delegazione che stava trattando con alleati e Banca centrale. Berlusconi ha cercato di tranquillizzare i partner europei a modo suo, cioè dicendo verità banali tipo che l’Italia non è sull’orlo del baratro tanto che i ristoranti e gli aerei sono sempre pieni. Apriti cielo, le opposizioni sono insorte. Come se l’unica Italia che ha diritto di esistere sia quella raccontata da Santoro e soci e l’altra,quella reale e maggioritaria, dovesse scomparire. A fatica, ma l’Europa crede ancora in questo Paese e nel suo governo. Abbiamo dato disponibilità a far vedere al Fondo monetario i nostri conti. Non abbiamo nulla da nascondere. Anzi. La scaletta degli interventi da fare ora ha scadenze precise (le pubblichiamo all’interno) e altri, non il governo, dovranno prendersi la responsabilità di non rispettarli.
Questi «altri» hanno nomi e cognomi. Sono i leader dell’opposizione che ogni giorno piangono miseria ma non muovono un dito. Sono quei deputati del Pdl che minacciano di fare saltare il banco sapendo che non c’è alcuna alternativa percorribile se non quella di un tornaconto personale ( la promessa di essere piazzato in lista alle prossime elezioni da qualche altro partito). E sono quei giornali che continuano a negare l’evidenza che gli impegni esistono e che sono sufficienti e fattibili. Il clima che sta creando sfiducia e sospetti passa proprio per i mass media e nel «tanto peggio tanto meglio » che si propaga tra una classe politica impazzita, desiderosa soltanto di vedere Berlusconi fuori da Palazzo Chigi. Nell’ultimo anno ci hanno provato più volte: gli attacchi della magistratura, la scissione di Fini, gli agguati ai voti di fiducia,l’ultimo con un ridicolo Aventino dell’opposizione. È questo,l’Italia dei giudici all’Ingroia (quello che si è dichiarato partigiano), dei Bersani che fuggono dal confronto in aula, del presidente della Camera che invece dell’arbitro fa il giocatore, lo spettacolo che crea discredito. Noi stiamo dall’altra parte, tra quelli che lavorano,prendono l’aereo e a volte cenano al ristorante. Perché è soltanto così che si può crescere.
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