LA PECHINO-PARIGI E l’«Itala» di Barzini si mise in posa

Esposte per la prima volta le fotografie originali scattate durante il leggendario raid automobilistico che nel 1907 attraversò due continenti

Nel marzo del 1907 apparse sul quotidiano francese Le Matin questo scarno, incredibile annuncio: «Quello che dobbiamo dimostrare oggi è che dal momento che l'uomo ha l'automobile, egli può fare qualunque cosa ed andare ovunque. C'è qualcuno che accetti di andare, nell'estate prossima, da Pechino a Parigi in automobile?».
Una sfida, una grande avventura. Oggi forse meno di allora. Oggi queste imprese vengono chiamate no-limits, ma a quei tempi, esattamente cento anni fa, erano vere prove di coraggio. La madre di tutte le traversate, che portò cinque equipaggi su altrettante vetture europee a tentare di raggiungere la capitale francese partendo dalla lontanissima Cina, passando per lande sterminati e percorrendo 16mila chilometri, dei quali 12mila su strade non asfaltate o appena tracciate. La quota d'iscrizione fu fissata a duemila franchi. Partirono il 10 giugno del 1907. L'equipaggio italiano era composto dal principe Scipione Borghese, già noto per i suoi viaggi leggendari, dal suo meccanico personale, Ettore Guizzardi, e dal giornalista Luigi Barzini del Corriere della Sera. Barzini era un inviato di punta, come si dice in gergo. Affiancò la spedizione con l'incarico di testimoniarne i momenti cruciali con racconti e immagini. Le sue corrispondenze apparsero congiuntamente sul Corriere e sul Daily Telegraph. Quelle fotografie autentiche, recentemente restaurate, conservate presso la Fondazione Corriere della Sera, sono ora esposte per la prima volta, insieme ai diari del raid, in una mostra dal titolo «Raccontare il viaggio. Fotografie e ricordi dalla Pechino-Parigi (1907)».
Si celebra così il centenario della corsa. Fino al 26 agosto allo Spazio Forma di piazza Tito Lucrezio Caro 1 sono ospitate le lastre originali pubblicate dallo stesso Barzini all’indomani della spedizione nel volume La metà del mondo vista da un’automobile (Hoepli 1908). Si narrano i sessanta giorni che impiegarono i partecipanti a compiere il percorso tra mille difficoltà e imprevisti. Le vetture erano un triciclo Contal dalla Francia, due De Dion Bouton sempre francesi, una Spyker olandese e la storica Itala dall’Italia. Nessuna regola, nessuna assistenza per gli imprevisti. E nemmeno un premio per cui battersi: i concorrenti si misero in marcia soltanto per l’orgoglio di riuscire ad arrivare alla sognata meta. Affrontarono valichi impervi tra montagne altissime e paesaggi esotici, steppe piene di buche e sabbie mobili, deserti e praterie, paludi, foreste e fiumi, con mezzi che non erano certo in grado di affrontare l’ostilità del clima e dei luoghi. Arrivarono a Parigi il 10 agosto. La prima a tagliare il traguardo fu la macchina di Barzini e Scipione. Si chiamava Itala.


Scriveva Borghese qualche mese dopo essere rientrato: «C'è chi dice che il nostro viaggio una sola cosa ha dimostrato. Cioè che non si può andare in automobile da Pechino a Parigi».

Raccontare il viaggio
Spazio Forma
Fino al 26 agosto
Info: 02.58118067

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica