Pedone "investe" ciclista: deve pagare un risarcimento

La Cassazione dà torto a una donna che a piedi ha invaso una pista ciclabile, provocando la caduta di un'altra in bicicletta

Sembra la storiella dell'uomo che morde il cane, ma è una serissima sentenza della Cassazione. Un pedone che ha "investito" un ciclista, invadendo inavvertitamente la pista ciclabile, dovrà pagare un risarcimento. La Suprema corte ha infatti confermato la condanna di una signora fiorentina che, senza guardare, era scesa da un marciapiede e si era trovata nel bel mezzo di un tratto di strada riservata ai ciclisti creando così "ostacolo" alla circolazione tanto che una di loro, per evitarla, era stata costretta a una brutta caduta nella quale si era fatta male a un occhio.
La donna che era a piedi, Cristina M. di 53 anni, è stata denunciata per "condotta colposa consistita nella violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale". Inizialmente era stata assolta "per non aver commesso il fatto" dal giudice di pace di Firenze il 16 settembre del 2010. In seguito, su appello di Maria C. - la ciclista finita a terra - il Tribunale di Firenze il 13 luglio 2012 aveva condannato Cristina M. al risarcimento dei danni provocati alla vittima con una provvisionale immediatamente esecutiva di ottomila euro. Tra pedone e ciclista non c'era stato "nessun contatto" e la signora a piedi non aveva riportato alcuna lesione diversamente dalla donna in sella alla bici che, per evitarla, aveva perso il controllo del mezzo.
L'incidente era avvenuto nel giugno 2005. Senza successo Cristina M.

ha contestato la condanna davanti alla Quarta sezione penale della Cassazione che, con la sentenza 35957 depositata nelle scorse ore e relativa all'udienza svoltasi lo scorso 5 giugno, ha confermato il verdetto di responsabilità dando il via libera al proseguimento della causa civile - a nove anni dai fatti - per la quantificazione definitiva dei danni da risarcire alla ciclista oltre agli ottomila euro già conteggiati. L'imputata è stata anche condannata a pagare duemila euro di spese processuali in favore di Maria C. per l'onorario dell'avvocato della parte civile.

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