«Il peggio è passato» Il banchiere ottimista che sfida i mercati

da Milano

Allarme utili per Unicredit. Che però, nello stesso tempo, fornisce per la prima volta dalla crisi dei mercati una stima precisa dei profitti attesi per il 2008.
Ieri il gruppo guidato da Alessandro Profumo ha annunciato infatti una trimestrale deludente, poi ha tagliato le stime sugli utili, infine ha fornito le nuove previsioni: la superbanca dovrebbe chiudere l’anno con utili per azione tra 0,52 e 0,56 euro, non più quindi quei 0,66 euro promessi durante la presentazione dal piano industriale 2006-2008, prima dell’aggregazione con Capitalia.
La reazione del mercato è stata immediata: in Borsa il titolo Unicredit ha lasciato sul terreno il 2,9% a 4,82 euro (meno 1,5% l’indice del settore bancario europeo). Unicredit aveva già iniziato a preparare il terreno tra gli investitori, quando il 23 aprile, per tacere le voci di pesanti svalutazioni in arrivo, aveva ammesso di non poter confermare gli obiettivi di fine anno annunciando in anticipo la trimestrale: utili vicini a un miliardo dopo un altro miliardo di svalutazioni. Tutto confermato ieri. Unicredit ha chiuso marzo con utili netti a 1,007 miliardi, il 51% in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa e con un indice di solidità patrimoniale al 5,5 per cento.
«Un dato deludente», commenta un analista precisando che «a deprimere i conti del gruppo sono state le pulizie di bilancio nell’investment banking». Anche Unicredit, nonostante le smentite dei mesi scorsi, si è mostrata vulnerabile alla crisi che ha colpito i mercati: 650 milioni di pulizia per l’esposizione in derivati e altri 350 milioni sui bond.
Quanto al futuro un po’ d’incertezza rimane. «Abbiamo indicato una forchetta di risultati e non un numero preciso - ha spiegato Profumo - perché bisogna tenere conto dell’alta volatilità dei mercati finanziari».
«La struttura del capitale resta solida – ha tuttavia aggiunto l’ad di Unicredit – e potrebbe essere messa sotto tensione solo dal verificarsi di una recessione in Usa, Europa e Asia: uno scenario che non prevediamo anche se deve essere considerato». Il gruppo punta a chiudere il 2008 con un indice di solidità finanziaria in miglioramento al 6%, grazie ai benefici che deriveranno dall’adozione dei principi contabili di Basilea II.
Un segnale di ottimismo anche per la politica dei dividendi che il manager promette stabile. Ieri l’assemblea degli azionisti ha confermato la cedola di 0,26 euro per azione, pari a un rendimento del 5,26%, che il gruppo staccherà il 19 maggio. Tornando al primo trimestre, il margine di intermediazione è sceso del 16,5% a 6,45 miliardi e il risultato di gestione si è fermato a 2,3 miliardi (meno 36,5%).
Dopo l’illustrazione dei dati Profumo ha colto l’occasione per fare chiarezza su altre questioni aperte. Per quanto riguarda Alitalia il manager ha ribadito che «la banca non ha un interesse proprio, ma valuterà l’opportunità di operare per conto terzi». Nessuna novità neppure sul futuro della As Roma: «Il piano di ristrutturazione della controllante Italpetroli procede», si è limitato a dire Profumo.


Archiviata la trimestrale, l’ad ha guardato avanti e, al termine della presentazione dei risultati, ha «convocato» la comunità finanziaria per il prossimo 26 giugno. È il giorno in cui alzerà il velo sul nuovo piano industriale del gruppo.

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