Perde il portafoglio allo stadio, glielo riconsegnano 63 anni dopo

Il borsellino gli era caduto dalla tasca mentre assisteva ad una partita di baseball nello Stato americano dell'Oregon nel 1946. Bill Fulton a quel tempo aveva 15 anni. Oggi, dopo alcuni lavori di ristrutturazione, il portafoglio è stato ritrovato dietro una tribuna e rincosegnato

CHIEDI ALLA POLVERE. È rimasto per 63 anni in un angolo, accarezzato solo dalla polvere e da qualche insettino curioso. Senza che il cuoio si seccasse, senza che i dollari marcissero e le fotografie ingiallissero. Un portafoglio dimenticato, addormentato e disperso in attesa che un inserviente, una vita dopo, durante dei lavori di ristrutturazione, lo ritrovasse. Per riportarlo al proprietario.
QUELLA PARTITA DI BASEBALL NEL DOPOGUERRA. La singolare storia arriva dagli Stati Uniti, da quello stato dell'Oregon che si affaccia sul freddo dell'alto Pacifico. È il 1946 quando Bill Fulton sale sulle tribune della palestra del liceo "Helen M. Stack" di Baker City. Ha 15 anni, Pearl Harbour è passata da poco e la sua voglia di vita galoppa insieme ai suoi compagni, che giocano a baseball nei Bulldogs. Lui è in tribuna, che tifa e magari guarda qualche ragazzina timida, di quelle che rimangono scolpite nei film. Un «home run», un lanciatore eliminato, un movimento brusco e il portafoglio gli scivola dalla tasca. Cade dietro alle tribune, in uno di quegli abissi dove scompaiono i frutti della nostra disattenzione: una griglia nel marciapiede, un tombino. E qualunque cosa tu perda, è per sempre.
CHI NON CERCA, TROVA. Eppure Bill neppure ricordava di aver perso quel portafogli. Su quelle tribune ci era tornatoa vedere una partita di basket nel 1960 e dato che entrambi i suoi figli hanno studiato e praticato sport in quella scuola, è porbabile che spesso si sia trovato a tifare poche decine di metri più in alto rispetto al suo borsellino. Oggi Fulton ha 78 anni e vive con il suo labrador sulle montagne. Ha combattuto in Corea ed è stato a Berlino. E quando gli hanno recapitato a casa il portafoglio, completo di tesserino sociale e patente per la bicicletta (necessaria perché da ragazzo consegnava medicinali a domicilio), è caduto dalle nuvole. Eppure non c'è margine di errore: il cuoio ancora morbido, i ricami in stile cowboy, l'indirizzo della sua casa dell'adolescenza, la cerniera ancora funzionante. Una particella di passato preservata e soffiata fino al nuovo Millennio.

Insieme al portafogli, del dimenticatoio scuro del retro-tribuna, anche quaderni di compiti scolastici, libri presi in prestito dalla biblioteca (e mai restituiti) e il programma di un talent show datato 1964. Scivolato laggiù per un altro «home run», un altro eliminato, quando quel portafogli già riposava indisturbato nella polvere da 18 anni.

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