Al Bano stecca l'inno e si giustifica: "Così entusiasta che sono stato sopraffatto"

L'esibizione di Al Bano nell'inno di Mameli prima della finale di Coppa Italia ha scatenato la polemica. L'artista ha steccato e alla fine ha spiegato: "Non sentivo niente, ritornava solo urla"

Al Bano stecca l'inno e si giustifica: "Così entusiasta che sono stato sopraffatto"
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La vittoria della Juventus nella finalissima di Coppa Italia continua a fare discutere e non solo per il finale di gara incandescente con Massimiliano Allegri arrabbiatissimo. A fare discutere è stata anche l'esibizione di Al Bano Carrisi, che ha cantato l'inno di Mameli prima del fischio d'inizio del match. Il cantante di Cellino San Marco non ha fatto una delle sue migliori performance sul terreno di gioco dell'Olimpico, cantando una versione a cappella dell'inno, ma si è giustificato: "Non sentivo niente".

Al Bano, cosa è successo allo stadio

In occasione della finale di Coppa Italia, che vedeva contrapposte Juventus e Atalanta, Al Bano ha accettato di cantare l'inno nazionale prima dell'inizio della partita. Una consuetudine per eventi sportivi di questo tipo che, negli anni passati, ha visto protagoniste anche le cantanti Gaia e Arisa. L'esibizione a cappella (senza musica) di Carrisi, però, non è filata liscia come tutti (compreso Al Bano) si aspettavano. Mentre sugli spalti i tifosi intonavano altri cori disturbando la performance, l'artista ha letteralmente steccato nelle parti più alte dell'inno di Mameli, scatenando la reazione del pubblico. Sui social network sono piovute molte critiche e Al Bano è finito al centro di una brutta polemica, tanto da spingerlo a spiegare cosa è accaduto in campo.

Le dichiarazioni di Al Bano Carrisi

A caldo, subito dopo l'esibizione e con l'infuriare della polemica sul web, Carrisi ha spiegato all'agenzia di stampa LaPresse: "Ho cantato perché so di saper cantare ma onestamente era talmente tanto l'entusiasmo e il casino che non capivo nulla. Sì, lo ammetto, ho steccato, lo dico io per primo anche perché se n'è andata un po' la voce e - quando non senti - la voce se ne va per affari suoi. Ma l'entusiasmo è una cosa pazzesca, ti rimane impresso nella memoria". Poi, alla luce delle tante critiche ricevute, Al Bano ha confessato a Repubblica che la confusione allo stadio era tale che non riusciva a sentire il ritorno della sua voce, cosa fondamentale per un cantante per evitare di stonare. "Non sentivo niente, ritornava solo urla, urla e ancora urla", ha raccontato il cantante di Cellino San Marco, proseguendo: "Non avevo un punto di riferimento, se non le urla di sessantamila persone: io non riesco a fare miracoli".

"Impossibile cantare in una situazione del genere"

Poi Al Bano ha rivelato di avere preso la scossa dalle cuffiette diverse volte provando poco prima di esibirsi: "Le odio! Ho avuto tre o quattro scariche quando le ho provate: me le ricorderò finché vivrò". Carrisi non è nuovo a esibizioni in contesti simili, era preparato ma non al caos di migliaia di spettatori: "È impossibile cantare in una situazione del genere. Hanno avuto le stesse difficoltà tutti i miei colleghi che ci sono passati. Mio figlio di 22 anni, Albano junior, mi aveva sconsigliato di andare, dicendomi: 'Attenzione papà, non è il caso'. Ma questo è il mio carattere, non mi tiro indietro".

E infatti, Al Bano - che all'Olimpico è andato a titolo gratuito - è pronto a bissare l'esperienza: "Le sfide mi piacciono, tornerei a cantare l’inno anche l’anno prossimo, cavolo: so chi sono e quanto valgo. Perché dovrei nascondermi o non accettare un bis?".

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