Caso Balocco, la Corte d'Appello conferma la pronuncia del tribunale: "Pratica scorretta"

Confermata la decisione del Tribunale con il rigetto del ricorso di Balocco sui pandori di Chiara Ferragni: "Modalità contraria alla diligenza professionale"

Caso Balocco, la Corte d'Appello conferma la pronuncia del tribunale: "Pratica scorretta"
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Quella messa in atto da Balocco e da Chiara Ferragni per la promozione dei pandori "Pink Christmas" nell'inverno del 2023 è stata una "pratica scorretta". Lo ha confermato la Corte d'Appello di Torino a seguito del ricorso fatto da Balocco contro la decisione del Tribunale di Torino che, ad aprile, lo aveva certificato. Nei giorni scorsi la procura di Milano ha chiuso l'indagine e iscritto nel registro degli indagati sia Chiara Ferragni che Alessandra Balocco per il caso del pandoro. Tutta l'indagine ruota attorno alla comunicazione fatta per vendere il prodotto che, secondo l'accusa, sarebbe appunto ingannevole. I consumatori sarebbero stati indotti a credere che con il loro acquisto avrebbero contribuito ad aiutare l'ospedale Regina Margherita di Torino.

Invece, come è emerso dall'indagine condotta dall'AgCm, Balocco avrebbe effettuato il versamento all'ospedale mesi e mesi prima che partisse l'operazione commerciale. E il versamento sarebbe stato, pertanto, del tutto scollegato dalla quantità dei pandori venduti. Questo passaggio è stato annacquato nella comunicazione, se non travisato, al punto che ora la procura di Milano sta indagando per il reato di truffa. "La modalità con cui Balocco ha pubblicizzato e commercializzato il pandoro Pink Christmas costituisce pratica commerciale scorretta, in quanto contraria alla diligenza professionale e idonea a falsare in misura apprezzabile il comportamento economico, in relazione al prodotto, del consumatore medio che essa raggiunge", si legge nella sentenza della Corte d'Appello.

A questo i giudici aggiungono che l'ingannevolezza della campagna scaturirebbe anche dalla presenza di "informazioni non rispondenti al vero, induce o è idonea ad indurre in errore il consumatore medio". Nella sostanza, l'accusa che viene mossa è che il consumatore finale sia stato indotto ad acquistare il prodotto sulla base di presupposti poco chiari che lo avrebbero indotto in errore. Il reclamo di Balocco si è basato anche sul cartiglio presente in ogni confezione, che secondo Balocco forniva le informazioni necessarie. Una tesi che però la Corte ha rigettato sostenendo che quelle poche righe non sarebbero state in alcun modo esaustive.

"Le sentenze del Tribunale e della Corte d’Appello di Torino sono importanti perché spalancano le porte a risarcimenti in favore dei consumatori che hanno acquistato il prodotto. Tuttavia, questa vicenda rappresenta una lezione amara: quando il marketing supera i limiti della trasparenza, le conseguenze possono essere devastanti, non solo per le aziende come Balocco, ma anche per le celebrità che prestano il proprio volto e la propria immagine", si legge nella sota delle associazioni Codacons, Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi e Adusbef.

La presa di posizione di Balocco

"Balocco S.p.A. prende atto del decreto della Corte d’Appello di Torino, frutto di un’istruttoria sommaria e parziale che ricalca pedissequamente il contenuto della decisione dell’AGCM, già impugnata da Balocco davanti al Tribunale Regionale del Lazio. Il collegio di difesa di Balocco S.p.A. - composto dagli avvocati Alessandra Bono e Alberto Improda - precisa che non si tratta di una nuova condanna, ma della conferma del decreto già emesso dal Tribunale di Torino lo scorso 23 aprile, che aveva integralmente rigettato le richieste inibitorie e risarcitorie di Codacons, Adusbef e Associazione Utenti dei Servizi Radiotelevisivi. Le associazioni dei consumatori hanno poi riproposto le medesime richieste dinanzi alla Corte d’Appello di Torino mediante reclamo incidentale che è stato rigettato in toto, in quanto inammissibile. La Corte d’Appello ha altresì confermato che il provvedimento reso non ha natura di giudicato; pertanto, Balocco si riserva di richiederne la revoca o la modifica, alla luce dei futuri sviluppi presso le altre sedi competenti.

Sul tema del prezzo del pandoro Pink Christmas brandizzato Chiara Ferragni e della presunta ingannevolezza della comunicazione, il collegio di difesa di Balocco S.p.A. confida di provare nelle sedi competenti, attraverso evidenze a supporto, la correttezza dell’operato dell’azienda e l’infondatezza di ogni pregiudizio economico nei confronti dei consumatori".

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