Una vita turbolenta quella raccontata da Massimo Ceccherini, che si è messo a nudo in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. L'attore fiorentino, che ha avuto la propria rampa di lancio nel film Il Ciclone (1996), dove recitò al fianco di Leonardo Pieraccioni, ha parlato delle tante difficoltà incontrate nel suo percorso di vita e del ruolo fondamentale avuto dalla moglie Elena nel suo percorso di maturazione.
"Tormentato da quando mi alzo"
Per lungo tempo l'attore è stato condizionato dalla dipendenza dall'alcol, un problema che si è trascinato a lungo, e dal quale è uscito solo grazie al supporto della compagna. "Quando mi ubriacavo era impossibile tenermi. Lei mi picchiava e fermava la bestia dentro di me. Picchia oggi picchia domani, il colpo di fulmine lo ebbi una notte", racconta. "Ora ha cambiato lavoro all'ospedale di Prato, ma all'epoca la vedevo al mattino che si preparava indossando la divisa, dietro c'era scritto misericordia. E mi sono detto: Dio è arrivato. Ho avvertito la sua presenza. Devi essere pronto ad agguantare l'aiuto".
Da quel periodo buio della sua vita sono trascorsi otto anni, ma chiudere definitivamente quel capitolo non è facile. "Dalla bestia non si guarisce, però riesco a tenerla legata", spiega Ceccherini, che confessa: "Sono tormentato da quando mi alzo fino a sera, sogni compresi".
La presenza della moglie Elena al suo fianco è fondamentale. Persino durante le riprese dei film, quando è costretto a stare lontano da casa, l'attore usa WhatsApp per tenersi costantemente in contatto con la compagna e avere notizie di Lucio, il suo adorato cane raccolto dalla strada.
Un altra fase traballante nella vita dell'attore risale a quando era più giovane. "La rabbia è la cosa che mi tiene vivo", racconta, "le marachelle le facevo fin da piccolo, mi piaceva rubare, nei supermercati entravo e scappavo. Mica ammazzavo nessuno. Quando nei furti stavo facendo il salto, incoraggiato da quelli più grandi di me, mi sono fermato".
I danni dell'alcol e la bestemmia in tv
L'alcolismo ha lasciato tanti strascichi, e sensi di colpa. Ceccherini racconta di come sia riuscito in poco tempo a perdere tutto il denaro ricavato dai film. "Mi sono sempre mangiato tutti i soldi guadagnati", dichiara al Corriere. "Ebbi un momento difficile all'Isola dei famosi, volevo vivere un'avventura sperduto nell'isolotto a pescare, la mia passione, anche se non mi ci vedevo lì. Avevo buone possibilità di vincere ma la vittoria non fa parte di me. Mi scappò la bestemmia che rovinò tutto e mi cacciarono", aggiunge. "Mi vergognai, ne dissi una, non cento. Con me si amplifica e amplifica. Nessuno per strada mi ha detto che avevo fatto schifo. È una cosa nella natura dei toscani. Sai chi mi confortò? Roberto Benigni", rivela.
L'amico Leonardo Pieraccioni
Ceccherini racconta di essere stato chiamato da Leonardo Pieraccioni quando lui stava facendo cabaret con Alessandro Paci. Pieraccioni era interessato ad averlo per un film amatoriale. "Ero il santone che pregava in mezzo a un campo arato, lui mi guardava e ridevamo sotto un sole che picchiava. Rifacemmo quella scena trenta volte, presi l'insolazione", afferma.
"È sempre andata così", aggiunge, "mi richiamò per I laureati, per andare al provino non avevo nemmeno i soldi per il taxi, me li diede mio padre. Poi arrivò Il ciclone, nessuno di noi immaginava che successo sarebbe stato".
"Quando morirò dovrò
litigare con Pieraccioni, quella scena del Ciclone con la bara aperta, dove voglio morire se non mi porto a letto nemmeno una ballerina, mi ha marchiato a vita. Per colpa sua mi farò cremare", scherza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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