"Nuovo fidanzato? No, ho chiuso: d’ora in poi divento lesbica". Con queste parole, Belen Rodriguez ha annunciato urbi et orbi dai microfoni di Striscia la Notizia di non avere un uomo. Partendo dal presupposto che questa non è una notizia che può cambiare il corso dell'Italia, ma a domanda la showgirl ha risposto e va bene così. Tuttavia, perché nessuna associazione Lgbtqiapk (non sono lettere a caso, ma quello che viene utilizzato per la maggior inclusione per le persone "non eterosessuali" e di "genere non conforme") ha alzato la voce? O anche solo un ditino, per lamentarsi delle parole di Belen?
Come hanno sempre professato le associazioni e i teoreti dell'inclusione, non si diventa omosessuali, l'orientamento sessuale non è una scelta e non si può decidere di esserlo oggi e non esserlo domani, o viceversa. Quello di Belen era evidentemente uno scherzo, una battuta, e come tale va presa. Quindi senza darci troppo peso. Ma l'ha detto in una trasmissione davanti alla quale ci sono ogni giorno milioni di persone e le sue parole sono state riprese da centinaia di testate, sui social lo stesso. Insomma, quella battuta "d'ora in poi divento lesbica" ha avuto una risonanza mediatica enorme. Ma allora perché nessuno di quelli che sono tutti i giorni in tv, o sui giornali, o sui social, a pontificare sul tema non ha colto l'occasione per impartire la solita lezione?
Forse perché, come al solito, si fanno due pesi e due misure. Chi si ricorda di quando Povia cantava "Luca era gay e adesso sta con lei" non può non ricordare anche le polemiche che hanno accompagnato quel brano presentato a Sanremo. Il motivo? Facile: Luca non poteva essere gay e poi essersi "convertito" diventando etero. Belen invece può fare il contrario. Per altro, il fatto che si possa o non si possa diventare gay, è al centro di chi contesta quelli che parlano di teoria gender nella scuola. ll tema ricorrente è che la discussione nelle scuole serva a far prendere consapevolezza ai giovanissimi del proprio orientamento sessuale, non a farli diventare o a convincerli a provare esperienze omosessuali.
Però, se le associazioni tacciono davanti a una persona che, con una così ampia eco, dichiara in tv di voler diventare lesbica, allora tacitamente sostengono che sia possibile. Al di là che quella fosse o non fosse una battuta. E la "colpa" non è di Belen, perché se fossimo in un Paese in cui non venisse pesata e soppesata ogni parola che viene detta, non saremmo nemmeno qui a discuterne adesso.
La colpa è di chi fa il pelo e il contropelo solo a ciò che interessa per il sostegno alla propria narrazione ma tace quando può tornare utile. O il politicamente corretto e la precisione del linguaggio valgono sempre, e così le polemiche, o non valgono mai. E sarebbe auspicabile quest'ultima opzione. Con buona pace di tutti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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