La royal family non sarebbe il gruppo coeso che vediamo nelle occasioni ufficiali. La morte della regina Elisabetta, le dimissioni di Harry e Meghan ma, soprattutto, la realizzazione della “monarchia snella” voluta da Carlo III, avrebbero ridotto quello che prima era un grande gruppo familiare a una piccola formazione nostalgica che, però, saprebbe dimostrarsi compatta quando si tratta di garantire la sopravvivenza della monarchia britannica.
Una famiglia unita, almeno contro Harry
I Windsor sarebbero un po’ più soli e isolati, mancherebbe una reale, affettuosa interazione tra di loro, quella vicinanza tipica delle famiglie. Lo scandalo Epstein che ha tagliato fuori dalla royal family il principe Andrea, le dimissioni di Harry e Meghan, la morte della regina Elisabetta e del principe Filippo, i piani di “monarchia snella” di Re Carlo III hanno ridisegnato il volto della famiglia. Per certi versi lo avrebbero addirittura impoverito. La “Firm”, però, ci tiene a mostrarsi compatta agli occhi del mondo. Per esempio è stata capace di fare quadrato intorno alla Corona di fronte agli assalti mediatici dei duchi di Sussex. La strategia di coesione messa in atto, prima con la regina Elisabetta, ora con Re Carlo III, ha nel dignitoso riserbo la sua regola principale. Questo “muro di silenzio”, come lo ha definito l’Express, ha evitato che le polemiche diventassero incontrollabili, ma se lo guardiamo da vicino potremmo scorgere delle crepe. Al fronte comune contro il duca di Sussex e il duca di York, al velo di dolore che abbiamo visto sulle espressioni di tutti i membri della royal family dopo la morte di Filippo e di Elisabetta II, potrebbe non corrispondere un’effettiva unità familiare. In altre parole i Windsor sembrerebbero uniti solo in pubblico e quando si tratta di lottare per preservare il potere.
Sul balcone di Buckingham Palace
Alle celebrazioni per il Trooping The Colour dello scorso 17 giugno abbiamo visto la royal family (quasi) al completo, tutti vicini a Carlo III e alla regina Camilla sul balcone di Buckingham Palace. L’esperta di linguaggio del corpo Judi James, però, ci invita a non scambiare quella vicinanza per una vera coesione, una sorta di armonia perenne da cui Harry sarebbe stato escluso. Le cose sarebbero ben più complicate. All’Express l’esperta ha fatto notare dei dettagli importanti: “La composizione di questa rappresentazione di [monarchia] snella sul balcone sembra uno di quei sorrisi a cui mancano molti denti”. Re Carlo III ha permesso solo ai “working members” della royal family di affacciarsi con lui e Camilla per ricevere il saluto dei cittadini britannici. Di conseguenza sul balcone mancavano personaggi non di spicco, ma comunque di un certo rilievo come le principesse Beatrice ed Eugenia e Zara Tindall, figlia della principessa Anna. Un vero peccato per quanti ricordano e sperano ancora di vedere le grandi riunioni familiari del tempo di Elisabetta II.
“Fazioni” in guerra?
Le assenze non sarebbero nemmeno il problema principale secondo la James: “Invece di un gruppo più piccolo, più ristretto e leale, sembra [di vedere] cinque fazioni in apparente conflitto. Anna e Tim [Laurence, suo marito] stanno da una parte, goffi, William e Kate posano in un gruppo di famiglia scintillante ma un po’ isolato, Carlo e Camilla godono del favore della folla [stando] in mezzo, Edoardo e Sophie si sforzano di essere socievoli con i Gloucester dall’altra parte. Sembra mancare totalmente l’atmosfera di ‘gruppo familiare unito’”. Secondo Judi James ai tempi della regina Elisabetta, quando sul balcone venivano ammessi anche i Windsor che non lavorano al servizio della Corona, i parenti apparivano più “vivaci e ed entusiasti e, con la Regina al centro della scena, c’era sempre l’idea di orgoglio nella realizzazione di un grande famiglia che cresceva ogni anno di più fino al punto in cui Carlo ha deciso di reciderla”. Un paragone impietoso per Carlo III. L’esperta ha rammentato che “nelle precedenti apparizioni sul balcone, durante il regno della Regina c’erano numerosi reali che stavano vicini e chiacchieravano, come fossero a un matrimonio, o a un Natale in famiglia”. Tutto questo non esisterebbe più. Al suo posto vi sarebbe solo una grande nostalgia per il passato.
Vuoti incolmabili
Adesso, riguardando le immagini del Trooping The Colour 2023, lo spettatore che osserva questa sorta di ritratto di famiglia sul balcone di Buckingham Palace non nota solo i presenti ma, paradossalmente (e forse soprattutto), anche gli assenti. Tutti quelli che non ci sono più perché vivono altrove, come Harry e Meghan, oppure hanno terminato il loro tempo in questo mondo, come la regina Elisabetta e il principe Filippo, o non sono stati invitati, perché non sono senior members: “Le distanze richiamano alle mente le persone che mancano. Carlo una volta aveva una madre, un padre, un fratello, un figlio e la famiglia del figlio con cui interagire”, ha ricordato Judi James. “Ognuno di questi spazi vuoti sembra ora raccontare la sua tragica e oscura storia”. Queste distanze incolmabili ed evidenti quando la royal family è riunita in occasioni pubbliche sono molto “eloquenti”, diciamo così. Ogni assenza porta un nome, rievoca fatti, sentimenti. Forse con il tempo non sarà più così ovvio fare paragoni, in questo senso, tra l’epoca di Elisabetta II e quella di Carlo III. Ci abitueremo a vedere un ritratto di famiglia più piccolo, scarno. Adesso è troppo presto, il ricordo della defunta Regina è ancora vivo in tutto il mondo, così come la memoria dei suoi 70 lunghi anni di regno.
“Sopravvissuti”
Non è escluso che per tornare ad ammirare un nutrito gruppo di reali sul balcone di Buckingham Palace dovremo aspettare il regno del principe William, quando i suoi figli saranno grandi e avranno le loro famiglie. Nella speranza che per quel momento la royal family abbia recuperato la coesione che Judi James non riuscirebbe a trovare nelle immagini del Trooping The Colour 2023. L’esperta si spinta a dire che “la dinastia pare essere stata liquidata, dispersa, lasciando questo gruppo provvisorio che assomiglia a sopravvissuti inquieti da una selezione aziendale”. Dalla dura descrizione di Judi James emerge l’immagine di una specie di gruppo improvvisato, che non avrebbe ben chiare le prossime mosse per preservare e accrescere il potere della monarchia. “Nessuno pare sapere dove stare ora e non c’è grande spazio per interagire”.
“Working Royals Only”
Secondo Judi James l’esclusività voluta da Carlo III con la sua idea di “monarchia snella” sarebbe controproducente: “Il messaggio ‘solo reali che lavorano per la Corona’ potrebbe essere saggio in tempi di tagli, ma i fan amano la royal family tanto quanto, se non più di quanto amano la royal firm”. Gli ammiratori vorrebbero vedere i Windsor, non solo i rappresentanti della Corona. Vorrebbero leggere le storie di Carlo, Camilla, William, Kate, non solo del Re, della Regina e dei principi di Galles. Ci sarebbe “bisogno dei figli di Anna e di Edoardo, dei nipoti di Anna, come delle famiglie…di Beatrice ed Eugenia” per restituire all’immagine della royal family il calore di una vera famiglia anche in pubblico.
“Negli anni precedenti il grande gruppo familiare della Regina somigliava a una festa che si era spostata sul balcone prima di tornare dentro e continuare con il divertimento. Ora il gruppo di Carlo sembra molto più serio e molto meno allegro”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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