"Rischia l’estinzione". Carlo e il grande rischio della "monarchia snella"

Carlo III vuole un’istituzione più snella e attenta all’ambiente, ma le sue idee potrebbero scontrarsi con la realtà

"Rischia l’estinzione". Carlo e il grande rischio della "monarchia snella"

Re Carlo III sta attuando diverse misure per contenere i costi della Corona e renderla più sostenibile, agendo sia sul fronte familiare sia su quello istituzionale. La sua visione di “monarchia snella” non è sbagliata sul piano teorico, ma su quello pratico rischia di diventare un boomerang per la monarchia.

Le gelide acque della piscina di Buckingham Palace

Re Carlo III ha dato ordine di spegnere i termosifoni, smettere di riscaldare la piscina di Buckingham Palace e accendere le luci solo quando necessario. Anche i Re soffrono per la crisi, ma nel caso di Sua Maestà oltre alla volontà e alla necessità di risparmiare ci sarebbe anche il desiderio di dar vita a una monarchia più “green”, attenta ai problemi legati all’ambiente, dagli sprechi al cambiamento climatico. Questa è solo una delle strategie che compongono un quadro più ampio di innovazione, il cui obiettivo è quello di creare un’istituzione più “snella”. Carlo III vuole contenere i costi, per mostrare ai sudditi che la royal family non vive in una realtà parallela, lontana dalla quotidianità, protetta dai problemi politici, sociali o economici. Il motivo è semplice: preservare la Corona dai venti antimonarchici e garantirle un futuro.

L’importanza di non mangiare foie gras

Prima di spegnere i termosifoni Carlo III ha messo in pratica un’altra decisione per preservare l’ambiente, in particolar modo gli animali. Nel novembre 2022 il Re ha bandito il foie gras dalle tavole di tutte le residenze reali. Una mossa che punta al risparmio ma, soprattutto, al rispetto della natura e di tutte le creature viventi, visto che l’alimento viene ottenuto con una pratica giudicata “crudele” e assolutamente insensibile. A quanto pare Carlo, da sempre animalista convinto, avrebbe rinunciato al foie gras da circa un decennio, ma non avrebbe imposto le sue scelte alla royal family e agli ospiti. Almeno finora.

Esautorare Andrea e Harry, ma con classe

Per concretizzare il sogno di una nuova monarchia Carlo III ha agito anche sul fronte della famiglia: per prima cosa ha allontanato i membri indesiderati dei Windsor, il principe Andrea e il principe Harry. Già alla fine della seconda era elisabettiana i due erano stati privati di cariche, onori, gradi militari, vitalizi. Il nuovo sovrano ha fatto un passo in più, chiedendo al Parlamento di incrementare il numero dei Consiglieri e nominando i principi Edoardo e Anna. Così, senza colpo ferire, la presenza a corte di Andrea e Harry è diventata inutile. Anche i piccoli Archie e Lilibet Diana starebbero pagando le conseguenze del nuovo corso della Corona. Carlo ha riconosciuto loro il titolo di principi, come vogliono le regole della monarchia, ma non il trattamento di altezza reale, che richiederebbe un futuro impegno a tempo pieno al servizio del Re e un appannaggio. Ciò farebbe pensare che il sovrano abbia voluto mandare un messaggio ben preciso a Harry e Meghan: i loro figli sono membri della famiglia, ma non avranno mai alcun ruolo ufficiale.

Il valzer delle residenze reali

Per far capire ancora meglio chi sono i “working members” della nuova royal family, ovvero su chi può contare davvero la Corona, Carlo III ha modificato uno dei privilegi più importanti: il diritto alla residenza reale. Ha privato il principe Harry della casa di Frogmore Cottage, dono di nozze della regina Elisabetta e imposto al duca di York di lasciare il lussuoso Royal Lodge per trasferirsi proprio nell’ex dimora di Harry e Meghan. Il Re ha privato gli impresentabili della sua famiglia di una sorta di biglietto da visita. La residenza reale, infatti, è l’emblema del prestigio, della ricchezza, del potere. Non è un caso, dunque, che Sua Maestà voglia donare il Royal Lodge da 30 stanze a William e Kate, che ora vivono nel più modesto Adelaide Cottage, da sole 4 camere da letto (ma circondato da 665 acri di parco). Del resto la punta di diamante dei Windsor sono i principi di Galles. Harry non avrebbe più bisogno di una casa nel regno, mentre per Andrea le 15 stanze di Frogmore Cottage sarebbero più che sufficienti per vivere il suo esilio dalla vita royal, senza neanche la possibilità di avere un ufficio a Buckingham Palace.

Il futuro di Buckingham Palace

Re Carlo III vorrebbe trasformare Buckingham Palace in un museo aperto per un periodo più lungo ogni anno. Ciò favorirebbe le entrate e permetterebbe di pagare i costosi lavori di ristrutturazione (quello in corso terminerà nel 2027 e costerà la non modica cifra di 369 milioni di sterline). Inoltre il Palazzo potrebbe anche ospitare i leader che verranno in visita ufficiale a Londra. Il sovrano, invece, avrebbe intenzione di restare a vivere a Clarence House, dimora meno dispendiosa e più accogliente. Se così fosse per Buckingham Palace, da secoli simbolo della monarchia britannica, si chiuderebbe un’era.

Troppe responsabilità per William e Kate

Sulla carta il piano è perfetto, nella vita reale c’è un problema di non poco conto: il numero dei royal al servizio della Corona. Al Daily Mail Angela Mollard fa notare che gli unici membri giovani di questa nuova royal family sono William e Kate e ciò potrebbe comportare “l’estinzione” della “Firm”: “Il problema è che i piccoli Wales stanno per entrare nell’adolescenza…e se ci si aspetta che William e Kate siano i principali rappresentati nei royal tour…come anche i patroni di diverse charity…[la coppia] si ritroverà lacerata tra i due…ruoli”. I principe del Galles finiranno per avere troppe responsabilità “impossibili da soddisfare”, titola il Daily Mail. Phil Dampier spiega: “Abbiamo una monarchia snella di default, perché Harry e Meghan se ne sono andati e Andrea è caduto in disgrazia. Ma ora c’è un problema reale, visto che la maggior parte dei reali è oltre i 70…nel prossimo decennio ci sarà carenza di potere maschile e femminile”.

Carlo non vorrebbe affidare incarichi alle principesse Beatrice ed Eugenia, figlie di Andrea, ma deve fare attenzione a non soffocare l’istituzione con troppe restrizioni, danneggiandola irrimediabilmente a furia di tagliare e risparmiare. Come sostiene Richard Fitzwilliams, il Re dovrà decidere “quanto snella vuole che sia la monarchia”.

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