“Non puoi pensare di cogliere un fiore senza turbare una stella”. Diceva così Galileo Galilei e ne è convinta anche Chiara Giallonardo, classe 1979, conduttrice e giornalista, al timone di “Io Chiara e il Green”, un programma di Rai Isoradio da lei ideato. Ogni giorno ospita scienziati, architetti, giornalisti, esploratori, botanici, poeti, giovani, artisti e persone comuni impegnate a difendere il Pianeta con la volontà di confrontarsi e creare una rete con l'obiettivo di rendere migliore la nostra vita. Si affrontano tematiche per la difesa dell'ambiente e la sostenibilità. "Bisogna ritrovare un contatto con la Natura e avere la consapevolezza che i nostri gesti e le nostre scelte impattano sul mondo più di quanto possiamo immaginare".
Qual è il suo impegno quotidiano?
"Il mio impegno, dal lunedì al venerdì dalle 14 alle 16, fino al 16 giugno, è quello di far avvicinare quanta più gente possibile a queste tematiche di tutela dell'ambiente. Spieghiamo le nuove terminologie, il perché dietro il caro energia e degli eventi atmosferici estremi, cerchiamo di raccontare il bello attraverso le testimonianze di documentaristi e viaggiatori, botanici e scienziati, d’intrattenere con gli artisti che sempre più numerosi dedicano la loro opera alla natura. Raccontiamo insomma i fatti del mondo in maniera scientifica ma anche le piccole cose. Tutte le puntate sono anche in podcast (a questo link www.raiplaysound.it/programmi/iochiaraeilgreen)".
Da dove nasce l'idea?
"Dalla mia lunga esperienza di conduzione di “Linea Verde Life” per Rai 1. Durante i mesi di lockdown ho avuto modo di riflettere su quegli anni e sul mio lavoro. Ho preparato dieci puntate del Podcast “Antropocene” su Raiplaysound con interviste a persone tra loro trasversali da Giovanni Allevi per la musica a Susanna Tamaro per la letteratura. Di qui la volontà di avere qualcosa di continuativo per raccontare i grandi avvenimenti, i cambiamenti e le proposte, perché mi non si può pensare di parlare di ambiente solo quando succede un'emergenza in montagna o un'alluvione".
Qual è il rapporto con il green?
"Sono cresciuta in campagna, i miei nonni avevano un'azienda agricola in Maremma, tra conigli e cavalli, circondata da alberi. Sono stata una bambina che aveva il senso del ciclo della vita e tuttora sento il bisogno di stare a contatto con il verde, mi dà un senso di benessere".
Cosa possiamo fare per contribuire a tutelare l'ambiente?
"Differenziare i rifiuti, comprare meglio senza eccedere negli acquisti di vestiti e accessori, usare poco l'auto. Renderci consapevoli che ogni nostra azione ha un impatto importante sulla nostra vita. E soprattutto dobbiamo metterci il cuore perché, faccio mie le parole di Leonardo da Vinci, "ogni nostra convinzione principia dal sentimento". Non si può salvare ciò che non si ama".
Che effetto hanno le campagne di sensibilizzazione social?
"Sono una sostenitrice di chi utilizza la sua fama per un obiettivo. Se ci sono persone che hanno una certa visibilità perché non sfruttarle, in senso buono, per veicolare dei messaggi importanti? Del resto i social rappresentano un mezzo potente che arriva a tutte le generazioni, soprattutto ai più giovani. Ed è lì che c'è il terreno più fertile dal quale partire per sensibilizzare".
Dall'online alla carta. Le hanno mai regalato un libro per sedurla e viceversa?
"Non è mai stato un elemento di conquista, ma a volte un libro è un modo per dire qualcosa soprattutto in amicizia. È un buon modo per lanciare certi messaggi".
Qual è un suo posto del cuore?
"Ne ho diversi, ma mi ricarico a Cervara di Roma, a pochi chilometri dalla capitale dove vivo. Qui dove l’inquinamento acustico non esiste perché il paese è pedonale e ogni giorno si mangia qualcosa di buono che arriva dal bosco, dove gli artisti creano e la vita ritrova un ritmo umano".
E ha l'uomo del cuore?
"Sì, certo e mi rende felice, ma è un aspetto del mio privato e voglio resti tale".
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