"Non dovete pubblicarla...". La Ferragni sbotta e vuole fermare L'Espresso

I legali di Ferragni hanno diffidato L'Espresso a pubblicare il prossimo numero che contiene un'inchiesta sulle società dell'influencer e una copertina modificata

"Non dovete pubblicarla...". La Ferragni sbotta e vuole fermare L'Espresso
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Alla fine, la copertina de L'Espresso dedicata a Chiara Ferragni è finita all'attenzione degli avvocati dell'influencer, che valutano l'ipotesi di querelare il settimanale. Nello specifico, viene reso noto che l'influencer ha dato mandato ai propri legali di valutare ogni tipo di azione legale, incluso quella per il risarcimento per danni patrimoniali e non patrimoniali. Non è chiaro se la querela sia per la foto, che la ritrae con il trucco di Jocker, o per l'inchiesta, che ha indagato sulle società dell'imprenditrice. Nel frattempo, gli avvocati hanno diffidato l'editore de L'Espresso dalla pubblicazione del numero, che è prevista per domani.

Inoltre, viene reso noto che ogni eventuale altra azione verrà valutata successivamente in base al contenuto dell'articolo. I legali della Ferragni contestano inoltre la portata "gravemente diffamatoria e lesiva" dell'uso fatto in copertina dell'immagine della propria assistita "palesemente denigrata e svilita proprio nel giorno in cui la donna dovrebbe essere celebrata". L'Espresso non è nuovo a questo genere di copertine, solitamente dedicate a personaggi politici d'alto rango. Lo stesso effettuano anche altri settimanali a livello globale, appellandosi al diritto di satira e alla libertà di espressione.

Nello specifico, in molti hanno fatto notare che la copertina del settimanale potrebbe essere stata ispirata da quella che nel 2009 il magazine "New York" dedicò Bernie Madoff, finanziere newyorkese che aveva messo in piedi uno dei più grandi e devastanti schemi Ponzi della storia, facendo cadere nella sua rete migliaia di investitori. In passato, a essere stati "modificati" sulla copertina del settimanale italiano sono stati nomi del calibro di Silvio Berlusconi, Matteo Renzi, Bettino Craxi, Giorgia Meloni, Gianni Agnelli e Beppe Grillo, solo per citarne qualcuno. Difficilmente L'Espresso fermerà la diffusione delle copie del numero della settimana, che domani, 8 marzo, è ampiamente prevedibile che sarà in tutte le edicole.

Nel frattempo è sceso in campo in difesa di sua moglie (o ex) anche Fedez, con il solito intervento scomposto. "A quando una bella inchiesta sul vostro proprietario petroliere?", scrive il cantante pubblicando una foto di Donato Ammaturo con lo stesso trucco che L'Espresso ha applicato sulla foto di Ferragni.

Quindi, in una storia successiva, il rapper prosegue per elenchi: "Marcello Minenna, ex direttore dell'agenzia delle Dogane, oggi indagato per corruzione, era diventato un plenipotenziario della terza agenzia fiscale e, nel periodo di regno, si era occupato anche di Ludoil, l'azienda di Donato Ammaturo, l'imprenditore ed editore dell'Espresso dallo scorso maggio; l'impero petrolifero di Ammaturo ha accolto di recente un manager molto vicino a Massimo D'Alema: si tratta di Rodolfo Errore, nominato amministratore delegato di Luce Spa, fino al 2021 presidente di Sace, la società assicurativa finanziaria, controllata dal ministero dell'Economia; Minenna, nei suoi cinque anni alla testa delle dogane, ha assunto decisioni contestate". Si tratta di passaggi di un'inchiesta condotta per il Domani da Nello Trocchia.

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