Chiara Ferragni come Joker. Questa la copertina de L'Espresso in edicola questa settimana che sta creando così tante polemiche per un po' di trucco sugli occhi dell'influencer. Dalle parti delle femministre e degli uomini che si schierano con loro per dimostrare di essere belli, bravi e intelligenti, una semplice copertina di satira viene stigmatizzata e tacciata di essere un manifesto in favore della violenza sulle donne. Accuse gravissime senza una ratio, per il solo fatto di aver modificato la copertina in fase post-produttiva, applicando al volto di Ferragni il trucco di uno dei villain più famosi della storia del cinema mondiale.
La grafica scelta da L'Espresso, che da sempre si inserisce tra i settimanali che piacciono alla sinistra, accompagna un'inchiesta svolta dal settimanale dal titolo: "Ferragni Spa. Il lato oscuro di Chiara". Immediato il gioco di parole così come il motivo per il quale si è scelto di utilizzare un'elaborazione grafica per accompagnare l'inchiesta, il cui sottotitolo spiega la direzione intrapresa dal lavoro giornalistico: "Una rete ingarbugliata di società, una girandola di quote azionarie. Tra partner ingombranti, manager indagati e dipendenti pagati poco. L'influencer è a capo di un impero dove la trasparenza non è di casa". Di inchieste come questa, negli anni, L'Espresso ne ha condotte a centinaia. Così come di copertine satiriche, che hanno in qualche modo scritto la storia del giornalismo italiano, ne ha prodotte numerose. Ne sono stati vittima i politici e gli imprenditori più potenti, anche Matteo Salvini e Mario Draghi sono stati oggetti di manipolazioni grafiche di questo tenore.
Il paraocchi che indossano le veterofemministe è tale da non rendersi conto che in questa copertina esiste un omaggio a Chiara Ferragni come imprenditrice di potere. Una copertina che la mette alla pari dei colleghi uomini e che dovrebbe essere una vittoria in nome del femminismo militante che chiede uguale trattamento per donne e uomini. Invece, no, si scomoda la violenza sulle donne, si considera quel trucco uno "sfregio" alla bellezza dell'influencer. Ci si indigna e si sale sulle barricate perché la copertina uscirà l'8 marzo. C'è chi chiedere di mandare i grafici davanti a un giudice, chi invoca le querele.
Chi la considera una violenza mediatica senza precedenti. Solo perché, a loro dire, sarebbe stato "deturpato" il visino da fatina dolce dell'influencer? Allora no, che non si venga a dire che le femministe vogliono la parità dei sessi, perché questa lo è. Si dica chiaramente che si pretendono favoritismi, che si pretendono benefici e trattamenti diversificati senza critica.
Perché la sollevazione polemica di queste ore per una copertina satirica, pratica contemplata nel diritto di pensiero e nella libertà di stampa, dimostrano esattamente questo. Il femminismo italiano ha ancora molta strada da fare se si indigna per un po' di trucco messo male.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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