I The Borderline, l'uso spropositato dei social e Maria Sofia Federico. L'intervista al professor Andrea Maggi

Andrea Maggi, professore della serie "Il Collegio" ha accettato di farsi intervistare da Il Giornale.it dopo le dichiarazioni su Maria Sofia Federico

I The Borderline, l'uso spropositato dei social e Maria Sofia Federico. L'intervista al professor Andrea Maggi

Andrea Maggi, amatissimo professore della docu-serie Il Collegio è finito negli scorsi al centro di una grande polemica per aver parlato - attraverso una storia Instagram - della decisione della sua ex alunna, l'attivista Maria Sofia Federico di iniziare a lavorare nel mondo del porno. Il professore Maggi ha accettato di essere intervistato da ilGiornale.it. Tanti i temi affrontati: l'utilizzo del cellulare da parte dei giovanissimi, l'uso che fanno dei social network e il sexworking.

Alla luce degli ultimi, tragici, accadimenti, come la morte del piccolo Manuel a seguito dell'incidente automobilistico con i The Borderline le chiedo: i giovani usano in modo spropositato i social?

Ci sono giovani che fanno un uso inappropriato e spropositato dei social, ma questo discorso non vale per tutti. Lo dico per esperienza: ci sono giovani brillanti e talentuosi, che meritano di essere sostenuti e valorizzati. D’altro canto, ci sono i giovani che danno credito a certi modelli spregiudicati sui social. Solitamente hanno un livello di istruzione molto basso, una scarsa considerazione della cultura e un unico obiettivo: guadagnare tantissimo, rapidamente e senza guardare troppo alle questioni morali. Spesso, ma non sempre, hanno genitori, diciamo così, un po’ distratti.

Quanto l'utilizzo dei social network sta cambiando la mentalità e il modo di vedere le cose dei giovanissimi?

I social sono dei media e come tutti i media influenzano il comportamento e le abitudini delle persone, come è accaduto prima con tv, giornali, cinema e radio. E hanno cambiato la mentalità di tutti, non soltanto dei giovani. Per rispondere alla domanda: l’impatto dei social media sui nostri usi e costumi è notevole. Nel bene e nel male. Questo dovrebbe renderci più consapevoli del loro potenziale, per mantenerci padroni delle nostre vite e delle nostre scelte. Ma per fare questo ci vorrebbe molta più educazione. Anche, e soprattutto, per gli adulti. Perché noi adulti siamo l’esempio per i giovani.

È favorevole alla proposta dell'onorevole Carlo Calenda? Vietare i social ai giovanissimi prima di una certa età?

Non conosco a fondo la proposta dell’onorevole Calenda. Tecnicamente oggi un minore di 14 anni può iscriversi a un social medium, ma solo con il consenso dei genitori. E lo smartphone di un minore, fino a prova contraria, viene registrato a nome di un adulto, verosimilmente di uno dei genitori. Quindi quello che fanno i minori sui social dovrebbe avvenire dietro il consenso dei genitori. A livello politico lavorerei per sensibilizzare i genitori sulle loro responsabilità circa l’uso dei social da parte dei loro figli. E poi, se non sbaglio, i TheBorderline hanno dai 20 ai 23 anni, per cui fino a quale età bisognerebbe vietare i social?

Quanto i ragazzi sono annebbiati dalla possibilità di fare soldi facili spogliandosi davanti alla telecamera?

Come ho detto, ci sono diversi giovani che crescono con il mito del denaro facile. Sono generalmente fragili e poco istruiti. Questo perché chi lavora nel mondo dell’istruzione e della cultura fondamentalmente è considerato un miserabile. Un ricercatore prende in media 1.600 euro al mese, un docente della scuola pubblica con anni di insegnamento alle spalle ne prende 1.500. A che scopo studiare tanto se poi devi vivere come un poveraccio? Meglio aprire un profilo social. Questa è la narrazione comune tra i giovani. È un problema di sistema, non dei giovani. Chi “annebbia” i giovani? I social o la realtà. Facciamocela questa domanda.

Quali danni ha psicologicamente un giovanissimo che inizia a fare sexworking?

Prima di tutto mi domando se un minorenne possa fare SW. Se parliamo di lavoro, i minorenni possono firmare un contratto, ma sul pezzo di carta la firma ce la deve mettere anche il genitore, che io sappia. Circa i danni, i disturbi sui minori che fruiscono del porno sono moltissimi. Figuriamoci per chi lo pratica! Gli specialisti potrebbero rispondere meglio di me.

Non è tutto oro ciò che luccica.

Direi di no. Non ne voglio fare una questione morale. Dico solo che per entrare in certi settori lavorativi ci vuole piena consapevolezza di sé e del mondo in cui si decide di entrare.

Recentemente Maria Sofia Federico, sua ex alunna de Il Collegio, ha iniziato a fare sexworking scatenando molta indignazione. Cosa ne pensa?

La mia idea è che Maria Pia Sofia Federico può fare quel che le pare e come le pare. Non è mia figlia ed è maggiorenne. Tra i miei ex studenti ne ho uno che ha studiato a Oxford, una che è assistente di una docente universitaria, un altro paio che lavorano in multinazionali molto importanti, e poi decine di altri e altre che hanno vite e lavori dignitosissimi. Dopo quasi vent’anni di insegnamento ormai mi preparo psicologicamente a ricevere a scuola anche i loro figli. Ognuno ha la sua storia. Ognuno ha la sua vita. Anche Federico. Lei è una delle tante e non vale né più né meno.

Proprio Maria Sofia ha condiviso un'idea sulla normalizzazione dell'incesto, cosa ha provato quando ha sentito le parole della sua alunna?

Non ho seguito. Non saprei.

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