È fresco il ricordo della scomparsa di Paolo Calissano, celebre per essere stato uno dei volti più amati delle fiction Mediaset. Morto il 29 novembre del 2021 a causa di un mix letale di antidepressivi, sulla sua vita privata si è aperto un vero e proprio caso. Non solo mediatico ma anche giudiziario che, oggi, arriva già a una svolta. Difatti, sulla questione è finito nella morsa l’avvocato di Calissano che finisce sotto processo per peculato aggravato, falsità ideologica, falsa perizia per errore determinato da inganno. Questi sono i reati ai quali dovrà rispondere Matteo Minna, l'avvocato e poi tutore di Paolo Calissano. Secondo la procura della Repubblica con il pubblico ministero Francesco Cardona Albini, il legale avrebbe circuito e sottratto all’attore ben 500mila euro, approfittando delle sue dipendenze.
Matteo Minna, che è stato difeso dai colleghi Enrico Scopesi e Maurizio Mascia, era unno stretto confidente di Calissano e lo conosceva da tredici anni. Erano legati non solo da una forte "amicizia" ma, per l’appunto, era il legale che si occupava dell'attore come amministratore di sostegno. La vicenda è complessa. Secondo quanto è stato ricostruito in sede d'indagine della Guardia di Finanza, Paolo Calissano non sarebbe l'unica "vittima" che è caduta nel gioco Minna, ma nella rete ci sarebbero diverse persone, tra cui una donna con dipendenze a cui avrebbe sottratto 155 mila euro. I fatti rivelano che l’avvocato ha prelevato denaro dai conti dei suoi clienti, trasferendolo ogni denaro sul suo conto in banca.
L’avvocato è stato arrestato già l'anno scorso, ovvero nel 2023, e da dicembre si trova ai domiciliari, con un'ordinanza di custodia cautelare e, alla luce dei risvolti, ora attende il processo. In attesa i capi di accusa non lasciano ben pensare. Minna dovrà rispondere davanti al giudice di peculato aggravato, falsità ideologica, falsa perizia per errore determinato da inganno perché “avrebbe indotto in errore il consulente incaricato dal giudice tutelare di Genova di esaminare la gestione patrimoniale e la regolarità dei rendiconti presentati in relazione agli incarichi ricevuti”. Tutto sarebbe emerso durante le indagini sulla morte di Calissano.
Il suicidio, infatti, avrebbe fatto drizzare le antenne agli inquirenti e indagare più a fondo sulle motivazioni del gesto compiuto. E forse, proprio la scoperta della truffa del suo amico e legale avrebbe indotto l’attore (già debole psicologicamente) a compiere il gesto estremo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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