Quest'anno Pino Daniele avrebbe spento settanta candeline. Oggi, invece, i suoi cari e il suo pubblico celebrano un triste anniversario: il decimo dalla sua morte. Una coincidenza come tante che hanno accompagnato la carriera e la vita privata di Pino Daniele, che è stato ed è tuttora uno dei musicisti più influenti e amati della scena musicale italiana; un artista poliedrico, che è stato capace di fondere diversi generi musicali come il blues, il jazz, il rock e la musica napoletana tradizionale e che ha basato la sua carriera, iniziata negli anni '70, sulla continua sperimentazione e la ricerca musicale.
I successi e la sua eredità
Cantante, musicista e autore, Pino Daniele ha saputo lasciare un'impronta indelebile nel panorama musicale italiano con brani come "Napule è", "Je so pazzo", "A me me piace o blues", "Yes I Know My Way" e "Io per lei". Un'impronta che solo i grandi artisti sanno lasciare e che oggi rappresentata un'eredità per le nuove generazioni di cantanti e musicisti. Autore prolifico - con più di ventuno album in studio e altrettante raccolte - Pino Daniele ha collaborato anche con grandi artisti della scena internazionale come Pat Metheny, Eric Clapton, Robert Randolph, Bob Berg e Joe Bonamassa. "Noi andremo via, il tempo resterà, noi non siamo nulla. Così anche la musica. Perché è la musica che resta", aveva detto nel 2004 e la sua è rimasta, chiara e potente, grazie anche ai figli che, dal 4 gennaio 2015 a oggi, hanno pubblicato due inediti postumi "Resta quel che resta" (uscito nel 2018) e "Again" pubblicato il 30 novembre scorso, che rappresentano la sua eredità più recente.
L'infarto e le polemiche sui soccorsi
Il 4 gennaio 2015 Pino Daniele morì presso l'ospedale Sant'Eugenio di Roma colpito da un infarto. Il cantautore soffriva da anni di gravi problemi al cuore e dopo il malore avuto nella sua abitazione in provincia di Grosseto - cominciato giorni prima secondo quanto raccontato dalla compagna - chiese di essere portato a Roma, ma a causa del lungo viaggio le sue condizioni furono irreversibili. La morte dell'artista finì al centro di una controversa vicenda, rendendo ancora più dolorosa la scomparsa del cantautore napoletano. La compagna Amanda Bonini e il cardiologo toscano, che aveva in cura Pino Daniele, vennero accusati di negligenza dall'ex moglie di Pino Daniele, Fabiola Sciabbarrasi e proprio per le pesanti accuse la procura di Roma aprì un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo. Mesi dopo l'autopsia rivelò che Pino Daniele era morto per un'ostruzione a un by-pass ma che il suo ricovero tempestivo non sarebbe stato risolutivo visto il deterioramento del cuore. Nell'ottobre dello stesso anno la procura di Roma archiviò il caso.
Il ricordo di Loredana Bertè
A dieci anni dalla scomparsa il ricordo di Pino Daniele è pronto a rivivere nel docufilm di Marco Spagnoli e Stefano Senardi intitolato "Pino Daniele – Nero a metà" (nelle sale dal 4 al 6 gennaio), un ritratto intimo e profondo dell'artista ma anche dell'uomo che, proprio grazie all'album "Nero a metà" - uscito nel 1980 - ha dato una svolta alla sua carriera. Tra coloro che lo hanno ricordato, alla vigilia del decino anniversario dalla scomparsa, c'è Loredana Bertè che con Pino Daniele ha collaborato a lungo nel corso della sua carriera.
Intervistata dal Mattino la cantante ha ricordato il collega non solo come un caro amico ma soprattutto come "un artista immenso, la sua musica è eterna Pino ha cambiato il panorama musicale italiano, non solo quello cantautorale". Loredana Bertè ha ricordato il primo incontro con Pino, avvenuto in occasione dell'uscita dell'album più rappresentativo dell'artista napoletano: "Ci siamo beccati nel periodo di "Nero a metà", album che adoro. Ha scritto per me molte canzoni. L'ultima volta che l'ho incontrato era il 2011, eravamo entrambi ospiti a un evento di Claudio Baglioni. Se avessi saputo che era l'ultima volta che lo vedevo lo avrei abbracciato ancora più forte".
Bertè ha confessato che con Pino Daniele c'era un progetto importante in ballo, ma che alla fine il destino ha deciso diversamente: "Avremmo dovuto fare un album intero insieme "In questa città", Sanremo compreso, doveva essere soltanto il primo singolo. Poi per impegni reciproci non siamo riusciti a portare a termine questo progetto. Un grande peccato".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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