Ambiziosa, bellissima, diva. Laura Antonelli è stata una delle più grandi sex symbol del cinema italiano, protagonista di quel filone erotico degli anni Settanta e Ottanta. Dalla migrazione da Pola all’arrivo in Italia, passando per il successo e la caduta nell’abisso fino alla prematura morte: la sua storia è ora ripercorsa in “Laura Antonelli. La diva malinconica”, documentario diretto da Bernard Bédarida e Nello Correale disponibile su Raiplay dopo il passaggio su Rai 3.
Laura Antonelli, la diva malinconica
Con piglio intraprendente, Laura Antonelli s’è fatta strada nel mondo dello spettacolo grazie alla sua bellezza raggelante, passando dalle pubblicità televisive ai fotoromanzi, fino ai primi ruoli cinematografici. Dopo aver partecipato a pellicole del calibro de “Il merlo maschio” con Lando Buzzanca, l’istriana è entrata a fare parte dell’Olimpo delle sex symbol grazie al film “Malizia” di Salvatore Samperi. Un cult del genere, con un incredibile successo al botteghino. “Di lei ci innamorammo tutti”, le parole di Marco Risi nel documentario a lei dedicato. "Sullo schermo Laura Antonelli ha rappresentato la nostalgia maschile di un paradiso perduto. Erano gli anni dello slogan "Io sono mia", lei, invece, era, purtroppo, di tutti", il passaggio di Anna Maria Mori riportato da La Stampa.
Un trampolino di lancio per Laura Antonelli, chiamata a girare sempre più film di quel filone: da “Sessomatto” a “Mio Dio, come sono caduta in basso”, passando per “Peccato veniale” e “Divina creatura”. Grazie alla sua Malizia, è riuscita a trasmettere quel “senso di candido e infantile” secondo Dacia Maraini: “In un periodo di grandi conflitti, in cui le donne contavano ancora poco, il corpo di Laura creava voyeurismo, ma non era mai allusivo”.
La vita di Laura Antonelli è cambiata all’alba degli anni Novanta, con l’arresto del 1991 per possesso di 36 grammi di cocaina e il seguente periodo di detenzione. Poi il ritorno di Malizia, da fortuna a maledizione. Il remake del cult non ha conseguito i risultati sperati, anzi. Tanti i problemi per l’attrice, tanto da sottoporsi a trattamenti estetici dalle conseguenze devastanti.
L’addio alla recitazione all’età di 50 anni, l’oblio e le difficoltà economiche, fino alla morte nel giugno del 2015 per infarto.“È stato un peccato. Laura meritava di meglio, molto di meglio di questo”, la riflessione di Jean-Paul Belmondo nella sua ultima e toccante intervista.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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